Amori (Savioli)/XIV - All'Amica offesa

XIV - All'Amica offesa

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Fra penitenti lagrime
     Preda a rimorsi io scrivo:
     Che dir potrò? me misero!
     4Io t’ho perduta e vivo?

Amor m’assiste: ei gridami:
     Scrivi, otterrai mercede.
     Ahi verrà meco inutile
     8D’un tanto Dio la fede?

Leggi: peccai, non merita
     L’atroce error perdono;
     Anzi, il dirò? colpevole
     12Più che non credi io sono.

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Che in un momento arrivisi
     All’empietate è rado:
     Schiera di lievi agevola
     16Ai gran delitti il guado.

Qual troverassi inospita
     Piaggia, che mi nasconda?
     Ohimè! qual sagrifizio
     20Mi purgherà, qual onda?

Va, mostro, ardisci, e supera
     La non sanabil onta;
     Doma i rimorsi, e intrepido
     24I fasti tuoi racconta.

Vanta le nove insidie,
     L’arti funeste e vili,
     Il profanato ospizio,
     28Gl’indegni amor servili.

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Ma i giusti Dii svelarono
     Lo scellerato arcano,
     Ch’io dalle infide tenebre
     32Sperai protetto invano.

Dai pianti tuoi principio
     Ebbe la nostra pena.
     Ahi Citerea medesima
     36Potea valerli appena!

Il Nume suo, che m’agita,
     In testimonio io chiamo.
     Da quel momento orribile
     40Sei vendicata: io t’amo.

E già due volte uscirono
     L’ore all’usato corso;
     Nè cibo, o sonno ai languidi
     44Membri recò soccorso.

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Per me non oso io chiedere
     La pace a te rapita:
     Estremo dono accordami
     48Vederti, e uscir di vita.

Se l’ira tua non placasi
     Al disperato oggetto;
     Dell’inflessibil Atropo
     52Avrai più duro il petto.

Forse gli Dii ti sciolgono,
     Perchè spergiuro io fui?
     Ah no: se a te mi rendono,
     56Non ti vorran d’altrui.

Obblía le antiche ingiurie
     Giunon regina, e moglie,
     E vergognoso ai talami
     60Il gran Tonante accoglie.