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Da Stige uscita esercita
In su le belle il regno,
E imperversando vendica
Il raffrenato sdegno.
Ah dal furor domestico
Difendi i crini aurati:
Invoca il pronto uffizio
De’ suffumigi ingrati.
Pace; da lungo strazio
Per tua pietà respira;
Apre le luci attonite,
Ricordasi, e sospira.
Ella dovrà commettere
Le sue discolpe a un foglio?
Ohimè! non ben convengono
Amor soverchio, e orgoglio.