Allor che l'ocean, regno de' venti
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LXIX
II
Allor che l’oceán, regno de’ venti,
Ama di far sue prove,
Da principio commove
Nel profondo un bollor, che appena il senti:
5Poi con onde frementi
Vien spumando sul lito,
Poi l’alte rupi rimugghiando ei bagna;
Al fine empie del ciel l’erma campagna
Di rimbombo infinito.
10Tal già mia cetra mormorò l’onore
Di straniera corona;
Ed or s’avanza e tuona
Tessendo inni di gloria al mio Signore.
Ei del mortal valore
15Trapassa ogni confine;
E se il mio dir sembra all’invidia duro,
Scoppi di fiel; con esso Febo il giuro,
Trapassa ogni confine.
Chi della pace alle stagioni amate
20Conta sue glorie altere?
D’Astrea leggi severe,
Ed all’altrui digiun spiche dorate,
Tante magion sacrate,
Ove ad ognor per Dio
25Di Dedalo novel suda l’ingegno,
E scarpelli e pennelli, onde han sostegno?
Ed onde Euterpe e Clio?
Merto ben singolar; nè solo spende
Fra’ rai di sì bell’arte,
30Ma con opre di Marte
D’intorno sè fulgida lampa accende;
Per cotal guisa ascende
In alto, ove s’ammira
Al ciel vicin su non calcate cime
35Il bel carro di lui, tanto sublime
Più d’un destriero il tira.
E certo è ver, che secondar buon duce
Bene imitando è pregio;
Ma più stimasi egregio
40Chi bene oprando ad imitar conduce.
Qui per me si riduce
All’altrui rimembranza,
Che trito calle il nostro re non corse;
Anzi a placare il mar primiero ei sorse,
45E mostrò sua possanza.
Onde usciano armi? e di qual porto vele
A schermir questi liti?
Non mai nocchieri arditi
Moveano incontro al corseggiar crudele:
50Ora somme querele
Vanno volando intorno,
E piange l’Asia e l’Africane arene,
Rivolgendo in pensier l’aspre catene,
Che minaccia Livorno.
55Che io nelle glorie tue non sia bugiardo,
Flora trïonfantrice,
Braccio di Maina il dice,
Dicelo Porto Quaglio e Longo Sardo.
A ragion, dove guardo,
60Miro in danza allegrarsi
Sovr’Arno di donzelle i bei vestigi,
E vi miro a ragion del buon Dionigi
Le tazze incoronarsi.
Ma fia scarso gioir; nulla non piace
65Senza il coro Febeo;
E perde ogni trofeo
Peregrino valor, s’Euterpe il tace.
O del Tempo rapace
Figlia torbida e fosca
70Obblivïon, non assalir miei versi;
E i nomi in Lete non voler sommersi
Della gran gente Tosca.