Alcuni ritratti di donne illustri delle provincie veneziane/Gaspara Stampa

Gaspara Stampa
Padovana

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Irene da Spilimbergo Veronica Franco


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GASPARA STAMPA


PADOVANA.


Il suo ritratto, dipinto già dal famoso Guercino, ci mostra una delle più avvenenti e leggiadre donzelle che nate sieno sott’al cielo di Padova. Da genitori agiati e nobili venne a luce l’anno 1523, e passò con essi a fermar sua dimora in Venezia. Qui sino da giovanetta comparve maestra nel suono del liuto e della vivuola, e crebbe poi nell’amor degli studi, e soprattutto di quelli della lingua natia e della greca e della latina.

Gli aurei suoi costumi, le rare sue forme inspiravano in ognuno, che le si avvicinava, rispetto e tenerezza; e quando prese a scrivere in rima, lasciò tosto scorgere certo modo di comporre affettuoso e tenero, che non può dar che natura raggentilita dall’arte; sicchè degna di andar del pari co’ più illustri poeti s’avvisarono il Varchi fra gli antichi e ’l Tiraboschi fra i moderni di dichiararla. In età di 26 anni erasi invaghita di Collaltino di Collalto, spirito gentile, di signoril aspetto, di nobilissimo tratto; il quale per tre anni [p. 320 modifica]vivamente le corrispose; ma passato in Francia a guerreggiare sotto Arrigo II, non tornò poi in Italia che per giurare altre nozze. Tanta è stata per questo evento la perturbazione di animo della donzella, che presto infermò, ed, o fosse forza del morbo crudele e penoso, o effetto di disperato veleno, nel trentesimo suo anno compiè miserabilmente i suoi giorni.

Sott’al nome di Anassilla la Saffo de’ nostri dì, alta Guasparra facea pervenire all’incrudelito suo amante le più lamentevoli querele, che ci rimasero a stampa per le pietose cure di sua sorella Cassandra, la quale le pubblicò postume, dirigendole a monsignor Giovanni della Casa. Ci serbò essa anche la Lettera colla quale Gaspara indirizzò un giorno a Collaltino tutte le sue scritture raccolte in fascio, dov’è pur commovente il leggere: Perchè le mie lettere e rime non han potuto una per una non pur farvi pietoso verso di me, ma farvi nè anco cortese di scrivermi una parola, vedrò se io possa per tutte insieme ottenere almeno un sospiro, il quale rinfreschi la memoria della vostra dimenticata e abbandonata Anassilla.