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vivamente le corrispose; ma passato in Francia a guerreggiare sotto Arrigo II, non tornò poi in Italia che per giurare altre nozze. Tanta è stata per questo evento la perturbazione di animo della donzella, che presto infermò, ed, o fosse forza del morbo crudele e penoso, o effetto di disperato veleno, nel trentesimo suo anno compiè miserabilmente i suoi giorni.

Sott’al nome di Anassilla la Saffo de’ nostri dì, alta Guasparra facea pervenire all’incrudelito suo amante le più lamentevoli querele, che ci rimasero a stampa per le pietose cure di sua sorella Cassandra, la quale le pubblicò postume, dirigendole a monsignor Giovanni della Casa. Ci serbò essa anche la Lettera colla quale Gaspara indirizzò un giorno a Collaltino tutte le sue scritture raccolte in fascio, dov’è pur commovente il leggere: Perchè le mie lettere e rime non han potuto una per una non pur farvi pietoso verso di me, ma farvi nè anco cortese di scrivermi una parola, vedrò se io possa per tutte insieme ottenere almeno un sospiro, il quale rinfreschi la memoria della vostra dimenticata e abbandonata Anassilla.