Alcesti (Euripide - Romagnoli)/Secondo stasimo
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primo corifeo
Strofe
O casa d’un uom generoso, che a tutti dischiusa ognor sei,
Apòlline pizio, signor dell’armonica lira,
in te dimorare
degnavasi, in te pasturare
le greggi sui tramiti
alpestri sostenne,
guidando gli armenti col sufolo
d’agresti imenei.
secondo corifeo
Antistrofe
E insieme, pel gaudio del canto, le linci macchiate pascevano,
lasciate le valli de l’Otro1, venian dei leoni
le fulve coorti;
e al suon di tua cetera, o Febo,
il versicolore
cerbiatto danzava,
lanciandosi, ebbro dei cantici,
sovressi gli abeti.
primo corifeo
Strofe
Però ne la sede ferace
di greggi, vicino a le belle
Bebíadi fluenti, dimora,
e il ciel dei Molossi2, gli segna il confine,
nei piani ove a notte i corsieri riposan del sole,
e stende l’imperio su Egóna marina,
e sovra l’inospite spiaggia del Pelio.
secondo corifeo
Antistrofe
Ed ora, dischiusa la casa.
con occhio di lagrime, l’ospite
accoglie, piangendo la sposa
or ora defunta. Ché i nobili cuori
trattiene pudore. E s’accoglie fior d’ogni saggezza
nei buoni. Fiducia nel cuore mi siede
che prosperi eventi succedano al sire.