A mi' cuggina Orzola pe' la santa Befana der 1841
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A MI’ CUGGINA ORZOLA1
PE’ LA SANTA BEFANA DER 1841.
Sora racchietta2 mia, propio quest’anno
Che mm’annate più a ssangue e ppiù a ffasciolo,3
Nun ho possuto avé mmanco un piggnolo
Né un ossetto de morto4 ar mi’ commanno.
Dall’antra parte io povero fijjolo,
Che mm’arranchello5 e ccampo anno-penanno,6
Che ccosa v’ho da dà, ssi nun me scanno?
Scopo casa7 e vv’appoggio8 un mostacciolo.
E ssimmài vostra madre, in faccia a mmé,
Dirà cch’ar zummum pò ccostà un quadrino9
E nnun è robba da par vostra o cche,10
Io j’ arisponnerò: “Llei vadi a spasso,
E penzi ch’io nun tièngo er butteghino11
Pe’ nnotà ccom’e llei ner brodo grasso.„12
Note
- ↑ [Orsola Mazio-Balestra. V. il sonetto: A la sor Orzola, 19 ott. 38.]
- ↑ [Il Belli dice altrove che racchia significa: “giovanetta leggiadra, e per lo più polputella.„]
- ↑ [Andare a fagiolo vale anche in Toscana: “andare a genio, piacere.„]
- ↑ [Piggnòlo: pinòlo, pinocchio. Anche da uno scherzo italiano del Belli rilevo che, per la befana, egli usava regalare a questa sua cugina pinocchiate e ossi di morto, specialità, soprattutto i secondi, delle pasticcerie di Perugia.]
- ↑ [M’arrampico, mi sforzo, m’ingegno.]
- ↑ [Anno-penando. Locuzione scherzosa, d’uso comune e nata dalla somiglianza di suono con anno pe’ anno.]
- ↑ [Di gente molto ricca si suol dire che, a un bisogno, se scopano casa, o se dànno un calcio a un mattone, trovano quel che vogliono, son signori come prima. Qui dunque la frase è usata ironicamente.]
- ↑ [E vi do, vi affibbio.]
- ↑ [Il centesimo del papetto o lira romana.]
- ↑ [O che so io.]
- ↑ [Chi ha conosciuto la Mazio, mi dice che essa non teneva nessun botteghino del lotto, ma che poteva averlo avuto dal Governo, e poi subaffittato.]
Annotazione al verso 14
modificaNell’abbondanza. — L’anno innanzi, il Belli aveva scritto un altro sonetto per questa sua cugina; ma si vede che non l’aveva destinato a far parte della raccolta. E perciò io lo metto qui in nota, insieme coi due in italiano da cui è preceduto, e il secondo de’ quali mi pare veramente un’ingegnosa trovata.
ALLA SIGNORA ORSOLA MAZIO BALESTRA,
nel suo giorno onomastico 21 ott. 1840Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte.
1. — Dedicatoria.
Potete bene immaginar se al caso
Di farvi un sonettin, bella cugina,
Io non sia corso a bere alla piscina
Dove i poeti vanno a empirsi il vaso.
Ma per molto anfanar sovra il Parnaso
Fra que’ numi in ciabatte e in polacchina,
Sin dall’alba di ieri a stamattina
Non ho saputo dove darmi il naso.
In questa circostanza dolorosa,
Ho ricorso in Arcadia a un bifolchetto,
Che mi prestasse qualche verso in prosa.
Ed egli m’ha affittato un bel sonetto,
Ch’io vi presenterò come una cosa
Da consolarvi il cuore e l’intelletto.
2. — Sonetto pasdorale.1
Cindo di raggi e senza nubbi il sole
Oggi risblente in giel più dell’usato,
E l’ore indomo al suo bel gocchio aurato
Indrecciano fra lor liete garole.
La selva, il ruscelletto, il golle, il brato
S’ammandano di gijji e di vïole,
E dejji auggei l’alate famijjole
Saludan questo giorno avvendurato.
Ve’, mendre Febbo abbar dall’orizzonde,
Le ninfe inchirlantate e seni e ghiome
Lasciar l’andrò nadìo la pianda e il fonde.
Salve cend’anni e cendo; e vinde e dome
L’invite Parghe e il tisuman Garonde,
Imbarino a onorar d’Orzola il nome.
Dal Bosco Parrasio, |
3. — Comprimento.
Io fa vverzi pe’ vvoi?! de carta!2 aspetta!
Io nun m’impiccio co’ ccompassi e squadre.3
Io nun zo ffà cche ccanzonacce ladre,
Tajjate ggiù ccoll’asscia e cco’ l’accetta.
Si sse trattassi ar più de vostra madre,
Ce poteria scappà cquarche ssaetta;
Ma vvoi séte un bruggnòlo4 de donnetta.
Da fa ggirà er boccino5 ar Zanto Padre.
Voi?! co’ cquer muso lli?! ddimme cojjone!
Più ppresto vorìa védeme st’antr’anno
A Ssan Bartolomeo sur cartellone.6
Eppoi nun fo ccome scertuni fanno,
Che ttutt’er giorno pissceno canzone,
Manco avéssino Appollo ar zu’ commanno.
Note
- ↑ Fu un mio scherzo, per mettero in beffe la poesia pastorellesca, non che la pronunzia marchigiana.
- ↑ [Esclamazione negativa, in cui la parola carta sta invece di un’altra, che è meglio non dire, e con la quale ha comuni le prime due lettere.]
- ↑ [Perchè il marito di lei era un abile disegnatore.]
- ↑ [Un bocconcino. Da brugno o brugna, prugna. E a una bella donnina si dice anche brugnoletta.]
- ↑ [Da far girar la testa.]
- ↑ [Cioè, nella lista degli scomunicati per non aver preso pasqua, che si affiggeva il 25 agosto sulla porta maggiore di San Bartolommeo all’Isola Tiberina.]