Zefiro corse, e presi i nembi a scherno
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti di Gabriello Chiabrera
IV
AL SIG. DOMENICO BAMBERINI
Non è da fidarsi nel mondo.
Zefiro corse, e presi i nembi a scherno
La terra di bei fior fece gioconda;
Poi sotto il carro dell’ardore eterno
4Le spiche n’indorò Cerere bionda:
Oggi buon genitor di buon Falerno
Viensene Autunno, che di frutti abbonda;
Indi spargerà neve orrido Verno,
8E d’ogni rivo porrà freno all’onda.
Or se nulla quaggiù tien fermo il piede,
Che non s’apprende dal volubil anno
11A fugace piacer non prestar fede?
Teco parla così carco d’affanno,
Bamberin bene amato, un, che sel vede,
14Ne sciorsi sa dal manifesto inganno.