Vocabolario italiano della lingua parlata (1893)/E.

E.

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D. F.

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E.


È. Lettera vocale, quinta del _no- stro alfabeto, ed è di gen. femmini- le. Il suo suono ora. è aperto, come in Celebre. Oèlla: ora e chiuso, come in ,C'éra, Cesto. .

' E. cong. che dinanzi a parola in- eominciante per vocale prende fre- nentem. dopo di se nn d, e fa __Ed. gerve ad uuire più proposizrom, _o più parti o termini di nna _prop_osr- zlone; ed altresl due periodi. Il Ripe- tuta, per la figura di polismdcto, di- nanzi a più termini eongeneri di una proposizione, nou solo li nnisce, ma richiama particolarm. sopra a cia- scuno di essi l'attenzione del letto_re o dell’uditore: «Avevamo i nemici (scrive Cesare) e di fronte e alle spal- le e ai flanchi, e insomma da tutte le parti. a Tacesi, per la figura contraria dell'asindeto, per dar maggior celeri- tà al discorso: c Di qua, di la, di giù, di sn li mena. a“ Talora da maggior forza ed evidenza al concetto: c Poi- ehè volete che io ve lo dica, e io ve lo dirò. a || Tal altra serve ad interro- gare eon maggior forza: c E chi v’ha etto questo? — - E che volete? — E che ci posso far io?» ||Ed anche a ren- dere più spiccata l'antitcsi, e vale Invcce, Al contrario: c Qnando credo che si metta al buono, edein allora fa peggio: — Credevo d‘abbracciar lui, e abbracciavo un altro. a i] E pur con valore antitetico, sta per Non- dimeno, Eppure: c Gli. volevo tanto bene, ed ha avuto il coraggio di of- fendermi. r || Ed anche per Sebbene, Quantunque: «Vedi che non m’in- guieto alle tue parole, e ci sarebbe i ehe. a H Premessa all’avverbio Poi, forma con esso una maniera antite- tica: «Mi da buone parole, e poi, uando si viene ai fatti, e’ si tira. in ietro. a || Spesso indica la contempo- raneità di due azioni, e vale Nell’ atto medesimo: c Quando io andavo, e lui andava; quando io mi fermavo, e lui si fermava.» || Interponesi poi tra le voci Tutti e Tutte e un adicttîvo nu- merale, come Tutti e due o Tutt'e due, T ult'î e cento o Tutt’e cento, ove è da notare, pcr regola dei non To- seani, che se ercdono toscanizzare dicendo Tutt’a due, Tutt'a cento ec., come diceva un Segretario della Cru- sca, toseanizzano si, ma al modo de' contadini. || Si compone con alcuni av- verbj, come Bene e Pure, e formale voci congiuntivo Ebbene, Eppure, che pur si scrivono anche disgiunte, E bene, E pure. Ma lo scrivere Ep- oi, Epperò, Egereiò, Eccome per poi, E però, perciò, E come non è modo da eonsigliarsi.— — Dal lat. et.

E'. È il pronome personale Ei, e spesso nel parlar toscano non è altro che un riempitivo per vaghezza di discorso, e accenna altrcsl a cosa usandosr spesso nelle proposizioni impersonali: c E'mi disse; E‘ mi fece: — E'si dice, E'si congettura, ec.,

Ebanista. a. m. Arteflce che fa la- vori di ebano, od anche di altro le- gname di pregio, per mobili od og- getti gentili, come stipi, cofanetti, cornici. (nista.

Ebanisterla. a. f. Ofl‘ieina di eba-

Ebano. s. m. Albero che nasce nelle Indie ed altrove, il cui legno molto compatto e incorruttibilc e dentro nero e fuori del eolor de bossolo.“ Il legno di esso albero, di cui si fanno mobili assai pregiati: c Un cofanetto d’ebano: -Un flauto d' ebano: — Intar- siato d’ ebano. r || Esser nero come t' e- bano, dicesi di cosa molto nera; ma non dircbbesi che per modo di lode, come capelli che paiono ebano, e si- mili. -— Dal lat. ebenua, gr. èflevog.

Ebbene. Particella congiuntiva che indica concessione: c Ve ne volete an- dare? Ebbene, andatevene:— Ebbe- ne, farò come volethIIE nelle in- terrogazioni incalzanti: c Ebbcne, che fu di poi?-Ebbcuc, che ne dite voi?» || E pure in modo interrogativo, talo- ra ha senso di Contuttociò: c Gli ho detto tutto quello che li poteva di- re un amieo; ebbene, c e ho profit- tatp? .

Ebbio. a. m. Specie di pianta erba- cea, di grave odore, detta volgar- mente Sambuco salvatieo.— Dal lat. ebulus.

Ebbrézza. s. f. L'esser ebbro, Con- dizioue di chi è ebbro; eomunem. Ubriachezza. i: fig. recasi anche a si- gnificati morali, dicendosi Ebbrezza

ella mente, Ebbrezza de’aensi, e si- mili modi. che sono talora veramente ebbri, e da ebbre fantasie.

Ebbro. ad. Ubriaco: del nobile lin- guaggio, e trasportasi anche a sensi morali: «Ebbro di gioia; Ebbro (li se stesso. t H In forza di soat. Uomo ebbro.— Dal lat. ebrius.

Ebetàggine. a. f. L'essere ebete, Impecillita di mente.

Ebete. ad. usato anche in forza. di sost. Imbecille di mente; e più spesso si nsa. abusivam. o per modo d‘iugiu- ria: «Lo danno per un genio; ma per me e un cbctc: - Chétati, ebete. a — Dal lat. hebea.

Ebetismo. s. m. Stato e condizione di ebete.

Ebolliziòne ed Ebulliziòne. s.f. Vio- lenta agitazione delle molecole di un liquido per l'eflicacia del fuoco o per mescolamento di qualche sostanza ; ed è più che altro termine dei Chimici. — Dal lat. rbullitio.

Ebraieaménte. avv. In lingua ebrai- ca, o Al modo e all'usanza. degli Ebrei: c Parla ebraicamente:— Ebrai- camentc si diec Adonai.» . fig. e l'ami- liarm. Con sovcrchio rigore: «Stanno ebraicamente attaccati alla parola, ì più spesso Giudaicamente.

Ebraicista. s. m. Chi è dotto della lingua ebraica.

Ebraico. ad. Di o Da. cbreo.'|In forza di sost. Lingua ebraica: c Sa di greco, sa d‘ebraico, di siriaco e di ealdaîeo; sa insomma tutte le lingue dell’antichità, meno la propria.» — Dal lat. hebraicua.

Ebraismo. a. m. Religione degli ebrei, Giudaismo. || Voce o Locuzione propria della lingua ebraica.

Ebraiììare. inlr. Aderire ai senti- mcuti religiosi degli ebrei. [Usare maniere proprie della lingua ebraica. l’art. p. Enumzzm‘o.

Ebrèa.fem.di Ebreo; Donna ebrea: c È un’ ebrea fatta cristiana.»

Ebrèo. a. m. Israelita.1_ ll popolo ne ha fatti alcuni modi, nessnno dei quali agli ebrei onorevole. Chiamasi adunque Ebreo nn Uomo tirato e sor- dido: c Figurati, e caduto in mano di qucll'ebreo:-Che volete sperare da

ucll‘ebreo? r “Ebreo, dicesi anche

'olni che da i danari col pegno in mano, e molti di questi in passato solevano tener bottega di rigattiere e vendere, scaduto il tempo, i pegni avuti: c Se volli tornarmene a casa, bisognò che impegnassi dall' ebreo la giubba lunga. DHUu giocatore, che abbia disdetta al giuoco, dice che nel suo osto c'è morto un ebrea-Dal lat. ebrwus. (ebrean

Ebreo. ad. Ebraico: c Una donna

Ebrietà. a. f. Stato di ebbro' comu- ncm. Ubriachezza. — Dal lat. ebrietas.

Ebulliziòne. V. EBOLLIZIÒNE.

Ebùrneo. ad. Di avorio. || Candido come l'avorio; ma e voce de'poeti,ì quali cantano l'eburneo coIlo e le eburnee braccia della loro bella. — — Dal lat. eburneus.

Eeatòmbe. a. f. T. alor. Saerifizio di cento eapi di bestie della stessa specie, ma specialm. di bovi: c Pita- gora, dopo aver trovato la soluzione del noto teorema, sacriflcò agli Dei un’ ecatombe. a — Dal lat. hecatombe, gr. 51441:6qu

Eceedenteménte. avv. In modo ec- cedente, Con eccesso.

Eccedènza. a. f. L’eccedere, Ee- cesso."1- improprio l'nsarlo per Avanzo, Resto, Il di più, come: c Fatti i conti, la eccedenza si segnerà nel conto nuovo. a

Eceèdere. tr. Sopravanzare, Pas- sare una. data misura, quantità, pe- so: c Eceèdc la misura di due een- timetri: — Eccede di parecchio: — Questa quantità eccede quest'altra. o || fig. Sopravanzare, Superare: c Quel lavoro eccedètte le mie forze. a -'| Oltrepassare i limiti, cosl ncl proprio come nel fig.,- nel qual senso usasi anche assolutain.: «Il Prefetto, fa- cendo ciò, ha. ecceduto i limiti del suo potere: — Ecccde in ogni cosa: — Non bisogna eccedere:— Quando ee- ecde, Cangiata in vizio ogni virtù si vede.» Pari. pr. ECCEDENTE." In forma d'ad.: c Quantità eccedente, Peso eccedente:-Somma non eree- dente le mille lire.» 71mm. Interval- lo maggiore, accresciuto d‘un semi- tono. Part. p. Eccnnuro.— -Dal lat. excedere. [p. 498 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/498 [p. 499 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/499 [p. 500 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/500 [p. 501 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/501 [p. 502 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/502 [p. 503 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/503 [p. 504 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/504 [p. 505 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/505 [p. 506 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/506 [p. 507 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/507 [p. 508 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/508 [p. 509 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/509 [p. 510 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/510 [p. 511 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/511 [p. 512 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/512 [p. 513 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/513 [p. 514 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/514 [p. 515 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/515 [p. 516 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/516 [p. 517 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/517 [p. 518 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/518 [p. 519 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/519 [p. 520 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/520 [p. 521 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/521 [p. 522 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/522 [p. 523 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/523 [p. 524 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/524 [p. 525 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/525 [p. 526 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/526 [p. 527 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/527 [p. 528 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/528 [p. 529 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/529 [p. 530 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/530 [p. 531 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/531 [p. 532 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/532 [p. 533 modifica]Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/533 [p. 534 modifica] Evangelistàrio. s. m. Lo stesso che Evangeliario: u Un bcll'evangelistario del secolo XI. »

Evangeliìtare. tr. Ammaestrare nelle verità dell’ evangelo: u S. Paolo andava evangelizzando i popoli: — S. Francesco Saverio evangelizzò il Giappone. » Il E assolntam.: u Coloro, che evangclizzando ridnssero interi popoli alla fede di Cristo.» Pari. p. Evsueemzzs'ro.

Evangelitiatòre. verbal. da Evan- gelizzare; Chi o Che evangelizza: a Gli evangelizzatori de'popoli:- San Francesco Saverio evangelizzatore del Giappone.»

Evangelo. mm. Voce che significa Buona novella, ma che s' intende solo per La le e o la Dottrina di Gesù Cristo: u li apostoli predicavano l'evangelo.»||E il Libro, nel qnale o scritta essa dottrina: «L’evangelo di S. Giovanni, di S. ana. » H Gli evangeli, sono quel Libro del Nnovo Testamento, dove si contengono tutti e quattr‘o. Il Dal corno dell'evangelio, e anche latinamcnte A corna evan- gelii, dicesi La parte destra dell'al- tare, dove il pretc legge il Vangelo. Negli altri significati e frasi si dice comunem. Vangelo. V. questa voce. — Dal lat. evangelium. gr. scarn- hov, Buona novella.

Evaporàbiie. ad. Che facilmente evapora.

Evaporare. inlr. e rifl. Ridursi in vapore: u Col fuoco si evapora il mercnrio, e l‘oro rimane: - L'oro non si evapora. » Pare. p. Evsrons’ro.— — Dal Iat. eva arare.

Evaporazione. a. f. L'evaporare, Il dissiparsi delle minime particelle di nn liquore o di altra materia che si scioglie in vapore: «Tutto l‘umido si toglie via per evaporazione.» u E Il vapore che esala: «Gli odori non sono se non l'evaporazioni che vcn- gono dallc cose odoritere:— Le eva- porazioni del mercnrio sono nocive. a — Lat. eraporalio.

Evasione. s. f. ana dal carcere: c C‘e notizia della evasione di tutti i. condaunati all' ergastolo. H1- Dare evaaione a una domanda, lo dicono i burocratici per Darle rùposla o sfogo. Dicono anchc In evasione della

imanda presentata il di ec. per Ri- spondendo, In risposta, e sirn. alla ec. — Dal lat. evasio.

1- Evasivaménte. avv. In modo eva- sivo: u Rispose evasivameute. »

1- Evativo. ad. Che tende asfuggìre contrasti, diflicoltà, inconvenienti o impegni formali, c lo dicono per lo più di parole, risposte, e simili: c Non mi ha dato se non risposte evasive. » Mc- glio si direbbe elusiva.

Evènto. s. m. Successo, Esito che nasce dalle azioni o cbe da quelle dipende: u Molte cose si giudicano dall'evento: — Tutto dipenderà dagli eventi politici. » || Caso o Fatto avve- nuto, o possibile ad avvenire: u Son pronto a qnalunque evento; L’evento e stato doloroso a tutti.» ||In ogni evento, Tanto nell’nn caso, eomc nel- l’altro: u In ogni evcnto domenica sa- rò costa. » || Talora dicesi per Ad ogni costo, Anche con pericolo: u In


ognl evento, la fortezza deve esscr presa. » — Dal lat. eventi“.

Eventuale. ad. Che pnò avvenire o no, secondo l'evento, Dipendente da evento o da nna data condizione di cose.“ Detto (l'ipoteca, Che assi- cura un dato obbligo, il cui adempi- mento sia so etto ad evento.

Eventualita. a. f. aslr. di Eventua- le; L‘essere eventnale. |H'per Caso possibile ad avvenire o da lasciarsi al Novo Vocabolario br0gliesco: «Si è voluto assicurare contro ogni even- tualìtà.» Meglio dirai Caso, Evento.

Evidente. ad. Manifesto di suo, Che non ha bisogno di dimostrazione: e Ragioni, Prove evidenti.» || Detto di narrazione, descrizione, stile, e si- mili, vale Che rappresenta con assai chiarezza le cose narrate o descritte, o significa molto chiaramente le idee. — Dal lat. erirlens.

Evidentemente. anv. In modo evl- dente, Con evidenza: u Questa cosa e provata evidentemente:— Evidcn— temente la faccenda sta cosl:— Evi- dentemente narrare, descrivere.»

Evidenza. a. f. La qnalità di tutto ciò che si conosce o si comprende a primo aspetto, senza bisogno di al- cnna prova o dichiarazione: «La evidenza fa ricrederci di ogni errore: — La cosa o ridotta alla evidenza:- Evideuza del fatto, della colpa: — Evi- denza matematica:- con di tutta evidenzaz-Provare, Mostrar ad evi- denza. »HNel senso letterario, Qnella dote dello stile, per la qnale le cose raccontate o descritte ci si rappre- sentano dinanzi agli occhi come in atto: «Evidenza dello stile:-Evi- denza d‘immagini, di figure, ec.; L'evidensa è il sommo della chia- rezza. » H1- Melterc, Porre o Metterci. Porri, in evidenza, sono maniere al tntto francesi per Rendere evidente, manifesto, e lt‘lfnratam. rif. a cosa o persona per cuore o Metterai inca gli occhi della gente.|lAll'evidenza posto avverbialm. più schietto Ali evidenza.

Evirare. tr. Togliere al maschio gli gli organi sesanali. Paer. Ev IRATO. — Dal lat. evirare.

Eviraliòne. af. L'azione dcll'evi- rare.— — Dal lat. em'ralio.

Evitàhile. ad. Da potersi evitare: c Pericolo facilmente evitabile. »

Evitare. tr. Sfuggire, Cansare, Li- berarsi da nna cosa o dagli efl’etti di essa: «Bisogna cercar dl evitare il pericolo della recidiva:— Evita stu- diosamente ogni occasione di com- promettersi:-Per evitare un peri- colo certo si afl’ronta l'incerto:— Nel parlare si debbono evitare le allu- sioni ingiuriose, nello scrivere le pa- role antiquate e barbare, nel con- versare le quistioni inntili. » Pari. p. Evrrs'ro.— Dal lat. evitare.

Eviliòne. e. f. T. leg. Azione di chi rivendica il sno, posseduto o alienato indebitamente da altri: u Gli fecero una cansa di evizione per la casa dove sta; ma esso la comprò a bnona fede, e non teme nulla. »— Dal lat. evictio.

Evo. a. m. Voce latina che vale Perpetuità di tempo; e anche Eta:


ma nell'nso c‘e solo la locuzione Medio evo, che o Quel periodo di tempo, in cui cominciarono a deca- dere le scienze e le arti, cloò dal- l'invasione de'barbarl nell'anno 475 flno alla conquista di Costantinopoli fatta dai Turchi l'anno 1453.“ Molte cose o usanze contrarie alla civiltà, si dice che sono Cose da medio evo.- peraltro si mantiene il duello, che tra le cose del medto evo e la più stolta e la più barbara.— Dal lat. anum.

Evocere. lr. Propriam. Richiamare in vita o per potestà divina o per arte ma 'ca le onIbre de’morti; ma e voce e’ oeti.u1-0ggi poi si evoca il passato, amiche memorie, perfino le idealild, ec.: ma questo o brutto neologismo. Parl.p. Evocs’ro.- Dal lat. evocare.

Evocatòre-trice. etrbal. da Evo- care; Chi o Che evoca: u Evocatore degli spiriti. »

Evocaliòne. 0. f. L'atto e L'eletto dell‘ evocare: u L'evocazione nel Pe- liaco di Catullo ò cosa sublime.»- Dal lat. evocalio.

Evolùta. 0. f. T. geom. Curva, me- diante la qnale s'immagina descritta una curva data fingendo svolto nn filo applicato aila prima, e descritta nn'altra curva dall’estremità libera del tllo.— Dall‘ad. lat. evoluti“.

Evoluzione. a. f. T.geom. Lo svol- gere il tllo da nna curva e farle de- scrivere un'evolnta." T. mila. Mo- vimcnti che fanno gli eserciti er pigliare nuova dis osizione: u el gran prato delle ascine si fanno bene le evoluzioni. » || Evoluzione na- vale, I movimenti che si fanno fare alle navi in mare.— Dal lat. evolulio.

Evviva. Voce di acclamazione e di esultauza: u Evviva il Re.» In ue- sto caso più comunem. Viva.||L in forza di a. m. ind. Il 'do di Viva: u I reiterati evviva:— più lieti ev- viva: - Fare un evviva » H Ed e anche saluto familiare: u Bnon giorno si- gnor G.— Evviva!» ,| Ironicam. quando uno dice o palesa cose oco onorevoli anche a se stesso suo dirsi: Evviva la sincerità.

Ex. particella latina, con eni si for- mano varj modi avverbiali, come E1: abruplo, E: profano, l'21; mperabun- danti, E1: cathedra e altri, che tro- verai alla lor voce; o che si prepone ad alcuni nomi di dignità o nflìcio, e significa che la ersona ha oduto tale utlicio, ma c e ora non l’ a più, come E: direttore, E1: presidente, E: prete, E1: frate ec.: nei nali nl- timi modi più correttamente a: do- vrebbe cambiarsi in a, scrivendo Esdi- rellore, Espren'denle, Eefrale, ec.

Exe‘quatur. Voce latina, usata eome a. m. e vale L'atto della potestà ci- vile, per il quale si concede che nn atto della potestà. ecclesiastica, o di nn governo estero, abbia la sua ese- cnzione: c Il Re negò l'exequatnr alla bolla pontificia.»

Extrèmis (In). Modo latino, che si usa. comunem. per In fine di vita: e Il povero C. e in extremis.»

Eliandio. avv. Lo stesso che An- cora, Altresl; ma è modo assai all’et- tato, parlando.— Dal iat.eliam e Dio.