Vita di Frate Ginepro/Capitolo I

Capitolo I

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Vita di Frate Ginepro Capitolo II


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Cap. I.

Com’egli tagliò il pie’ ad uno porco, solo per darlo a uno infermo.


UUno degli electissimi discepoli e compagni di sancto Francesco primai, fu frate Ginepro, uomo di profonda umiltade, e di grande fervore e caritade, di cui sanato Francesco, parlando una volta con quelli suoi sancti compagni, disse: — Colui sarebbe buono frate minore che avesse cosi vinto sé e ’1 mondo come frate Ginepro. -- Una volta a Sancta Maria degli Angeli, si come infocato di caritade di Dio, visitando un frate infermo, con molta compassione domandandòlo : — [p. 284 modifica]Possot’io fare servigio alcuno? Risponde l’ infermo: — Molto mi sarebbe grande consolazione, se tu mi potessi fare ch’io avessi un peduccio di porco, — Disse di sùbito frate Ginepro — Lascia fare a me, ch’ io l’averò incontanente ; — e va, e piglia uno coltello, credo di cucina, et in fervore dì spirito va Per la selva dov’erano certi porci a pàscere, e gittossi adosso a uno, e tagliògli il piede e fogge, lasciando il porco col pié troncato ; e ritorna e lava e racconcia e cuoce questo piede ; e con molta diligenzia, apparecchiato bene, portò all’ infermo il decto piede con molta caritade. E questo infermo il mangia con grande aviditade, non sanza consolazione molta e letizia di frate Ginepro ; il quale, con grande gaudio, per fare festa a questo infermo, ripeteva gli assalti di questo porco. In questo mezzo costui che guardava i porci, e che vidde questo frate tagliare il piede, con grande amaritudine riferi tutta l’ istoria al suo Signore per ordine. Et informato costui del facto viene al luogo dei frati, chiamandogli ipocriti, ladroncelli e falsarj, malandrini e male Persone, però ch’avevano tagliato il piede al porco suo. A tanto romore, quanto costui facea, si vi trasse santo Francesco e tutti li frati, con ogni umiltade iscusando li suoi frati e come ignorante del facto, per placare costui, promettendo di ristorarlo, d’ogni suo danno. Ma per tutto questo non è però costui appagato; e con molta iracundia, villania e e minacce, turbato si parte da’ frati,

[p. 286 modifica]replicando piú e piú come maliziosamente aveano tagliato il pie’ al porco suo; e nessuna esecusazione né promissione ricevendo, partissi cosí iscandalezzato. E sancto Francesco, pieno di prudenzia, tutti gli altri frati stupefacti, cogitò e disse nel cuor suo: — Avrebbe facto questo frate Ginepro con indiscreto zelo? — E fece segretamente chiamare a sé frate Ginepro, e domandollo dicendo: — Avresti tu tagliato il pie’ a uno porco nella selva? — A cui frate Ginepro, non come persona ch’avesse commesso difetto, ma come persona che gli pareva avere facta una grande carità, tutto lieto rispuose e disse: — Padre mio dolce, egli è vero ch’io ho troncato al detto porco un piede; e la cagione, Padre mio, se tu vuoi, odi con pazienza. Io andai a visitare il tale frate infermo; — e per ordine innarra tutto il facto, e poi agiunse: — Io sí ti dico che, considerando la consolazione che questo nostro frate è confortato appresso al detto piede, s’io avessi a cento porci troncati e’ piedi come ad uno, credo certamente che Iddio l’avesse avuto per bene. — A cui sancto Francesco, con un zelo di giustizia e con grande amaritudine, disse: — O frate Ginepro, or perché ài tu facto cosí grande scandalo? non sanza cagione quello uomo si duole et è cosí turbato contro di noi: e forse ch’egli è ora per la città diffamandoci di tutto difecto, e à grande cagione! Onde io ti comando, per santa obedienza, che tu corra contra lui tanto che tu lo giunga, e [p. 287 modifica]gittati in terra isteso e digli tua colpa, promettendogli di fare soddisfazione tale e sí facta, che egli non abbia materia di ramaricarsi di noi: ché per certo questo è stato troppo grande eccesso. — Frate Ginepro delle sopradecte parole fu molto amirato: e quegli attoniti stavano, maravigliosi che di tanto caritativo atto a nulla si dovesse turbare; imperocchè parea a lui queste cose temporali essere nulla, se non in quanto sono caritativamente comunicate col prossimo. Rispuose: — Non ne dubitare, Padre mio, che di súbito io lo pagherò e farollo contento. E perché debbe essere cosî turbato, conciossiacosaché questo porco, al quale i’ ò tagliato il piede, era piuttosto di Dio che suo, et essene facta cosí grande caritade? — Corre, o vero a corso se ne va, e giunge a questo uomo; il quale era turbato e sanza nessuna misura, in cui non era rimaso punto di pazienza; et innarra a costui come e per che cagione al decto porco à troncato il pie’ e con molto fervore et esultazione e gaudio, quasi come persona che gli avesse facto un grande servigio, per lo quale da iui dovesse essere molto rinumerato. Costui, pieno d’iracundia e vinto dalla furia, disse a frate Ginepro molta villania, chiamandolo fantastico e stolto ladroncello, pessimo malandrino. Frate Ginepro di queste parole cosî villane non se ne curò, maravigliandosi, avvegnaiddioché nelle ingiurie si dilettasse, e credette egli non lo avesse bene inteso; perocchè gli parea materia di gaudio [p. 288 modifica]e non di rancore, ripeté la sopra decta istoria, e gittossi a costui a colio e abbracciollo e baciollo: e dice caome questo fu facto solo per caritade, invitandolo e pregandolo a simile dello avanzo in tanta caritade e simplicitade et umilitade, che questo uomo, tornato in sé, non sanza molte lagrime si gittò in terra; e riconoscettesi della ingiuria facta e decta a questi sancti frati, e piglia questo porco et uccidelo, e, cotto, il porta con molta divozione e con grande pianto a Sancta Maria degli Angnoli, e diedelo mangiare a questi sancti frati, per la compassione della ingiuria loro decta e facta. Sancto Francesco, considerando la sempricità e molto sapere sopportare, e cotanta la pazienzia nelle avversitadi del decto sancto frate Ginepro, alli compagni et alli altri circustanti disse: — Fratelli miei, volesse dio che di tali Ginepri io n’avessi una magna selva! — A laude di Jesú Cristo e del poverello Francesco. Amen.