Vita di Esopo Frigio/Capitolo XXXVII
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C A P I T O L O XXXVII.
ESopo, parendogli aver fatto un grandissimo servigio al Padrone lo supplicò, che per rimunerazione di tanta servitù, ei volesse la libertà donargli. Ma Xanto con orgoglio rispondendogli disse: Certamente io già non penso ad altro. Or và, ed esci da casa, mira d’ogni intorno, e se due Cornacchie veder potrai, abbilo per segno buono, ma se tu ne vedi una sola, mal per te, tu sei spacciato. Esopo essendo uscito di casa per veder qual sorte se gli apparecchiava, vide sopra un ramoscello d’un arbore due Cornacchie, di che egli tutto allegro, e di buona speranza pieno, rientrato in casa, nunciò al Padrone il buono augurio, che veduto aveva. Xanto volle vedere se così era la verità, ma mentre, che egli usciva di casa, una delle Cornacchie volsene via; il Filosofo quella sola vide, che rimastavi era, voltossi ad Esopo disse: Io t’ho pur ora colto in bugia, e promettoti, che me la pregherai? Or mira bene, se ti pare, che due, o una siano? elle erano certo due rispose Esopo, ma prima che tu sii giunto, una se n’è ita a volo Allora Xanto, disse mancavati materia, con che tu mi burlassi; e questa bugia costeratti più cara, che forse non vorresti. Va pur là, e rientra in casa. E così detto comandò, che ignudo ei fosse ben sferzato; Mentre che Esopo si spogliava, e già apparecchiato era ad esser battuto, venne un certo ufficiale amico di Xanto, il quale lo invitò a cenare con esso lui; il che avendo inteso Esopo, gridò: O me infelice, o come sono gli auguri falsi, e bugiardi; Io che due Cornacchie ho veduto, sarò tosto iniquamente battuto, e tu che una sola ne vedesti n’andrai ora a festa, ed a convito; adunque fu l’augurio mio vano, è tristo: e il tuo buono, e felice cosa contraria al tuo detto. Quì rise Xanto pe ’l bello, ed arguto detto suo: feceli grazia, che da lui per allora le sferze si rimovessero.