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to disse, e fece quello che Esopo l’aveva consigliato. Per la qual cosa lo scolare, a mal partito preso, gittossi a’ piedi del maestro, umilmente supplicandolo, che volesse dal convenuto patto ritirarsi. Di ciò tutto il popolo cominciò a ridere, e ne fu il Filosofo molto commendato, il quale a gran preghiere di molti gentil uomini contentossi di far grazia allo scolare, e disfare, ed annullare la convenzione, ed il suo anello ripigliarsi indietro.
C A P I T O L O XXXVII.
ESopo, parendogli aver fatto un grandissimo servigio al Padrone lo supplicò, che per rimunerazione di tanta servitù, ei volesse la libertà donargli. Ma Xanto con orgoglio rispondendogli disse: Certamente io già non penso ad altro. Or và, ed esci da casa, mira d’ogni intorno, e se due Cornacchie veder potrai, abbilo per segno buono, ma se tu ne vedi una sola, mal per te, tu sei spacciato. Esopo essendo uscito di casa per veder qual sorte se gli apparecchiava, vide sopra un ramoscello d’un arbore due Cornacchie, di che egli tutto allegro, e di buona speranza pieno, rientrato in casa, nunciò al Padrone il buono augurio, che veduto aveva. Xanto volle vedere se così era la verità, ma mentre, che egli usciva di casa, una delle Cornacchie volsene via; il Filosofo quella sola vide, che rimastavi era, voltossi ad Esopo disse: Io t’ho pur ora colto in bugia, e promettoti, che me la pregherai? Or mira bene, se ti pare, che due, o una siano? elle erano certo due rispose Esopo, ma prima che tu sii giunto, una se n’è ita a volo