Vita di Esopo Frigio/Capitolo XL

Capitolo XL

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Anonimo - Vita di Esopo Frigio (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Capitolo XL
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C A P I T O L O   XL.


LArghe rise abbondarono a tutti di cotal detto, e di cotal dottrina, e sapienza, e rise anco Xanto, e fu commendato Esopo, e datogli ragione: laonde disse il Filosofo. Adunque, o valorosi amici, di me non vi dolete; siccome io di voi più non mi dolgo, ma doletevi di voi stessi, e della poca vostra scienza. Dopo qualche spazio di tempo avvenne che Xanto, per cagione di trastuloò; giva per certi luoghi, dove erano molte sepolture; ed assai anticaglie, ne’ quali essendovi molti epitafi, ed epigrammi intagliati, il Filosofo leggendoli, non poco piacere pigliava delle loro argute, sottili invenzioni, e sentenze con diligenza considerandole. Quivi con esso lui, essendo Esopo, e rimirando anch’egli quelle inscrizioni, vide una colonnetta, nella quale intagliate erano queste lettere: P. Q. P. C. T. T. Queste lettere mostrò Esopo al Filosofo, e ciò che per tali lettere significare volle colui, che intagliar le fece, addimandolli, ed egli molto seco pensando, e ripensando, non potè mai cavarne costrutto, nè senso alcuno; per il che liberamente confessò non poter all’intelligenza del senso di esse penetrate. Allora disse Esopo. Se io mostro, o Padrone, per cotai lettere un tesoro nascoso, [p. 58 modifica]che premio mi darai tu? Ti prometto, rispose Xanto la cotanto da te desiata libertà; ed anco di più la metà tesoro. Esopo discostatosi dalla colonnetta quattro passi misurati, e quivi la terra cavando, scoperse una gran pietra, sotto la quale trovò una buona quantità di oro, il quale portò al Padrone, che passeggiando là intorno andava, dicendogli: Attendimi ora la promessa Padrone, ecco il tesoro. Il Filosofo fra l’allegrezza, e le maraviglia tosto rispose: Non voglio farti libero, se prima non mi dichiari, o mostri l’intelligenza di quelle lettere, ed il senso, per lo quale tu sei venuto in cognizione di cotesto tesoro: il che molto più che l’oro mi sia caro è grato; Esopo della libertà desioso, disse: Colui, che ’l tesoro quivi sotterrò, come uomo ingegnoso, e dotto, fece scrivere tai lettere, per le quali volle così significare, P. Procedi Q. Quattro, P. Passi, C. Cavando, T. Troverai T. Tesoro. Xanto maravigliandosi di tanto ingegno di Esopo, e temendo di lui, che non iscoprisse, e manifestasse quella buona ventura sua, volendo assicurarsi disse: Or andiamo a casa, quivi l’oro divideremo, e farotti poi libero. Ma giunti che furono a casa, subitamente comandò, che fosse imprigionato Esopo, il quale disse allora a Xanto: Così sogliono, o Padrone, i Filosofi premiare il ben servire? Adunque tal’è la fede tua? sono queste le lue promesse? Tu che leggi, e mostri, e predichi tutti il dì in quelle tue scuole, il servare la fede, e l’esser giusto, è qui in casa con un tuo servitore, utile, amorevole, fedele, sei iniquo, e disleale, ed ingiusto? Oh moral Filosofia, in che mani sei, come sei tu ben da questi tuoi predicatori, dottori, e laudatori osservata? Fai tu, Padrone come i [p. 59 modifica]Medici, i quali danno le regole, e i precetti del moderato, e regolato vivere, poi di loro, nessuno più disordinatamente vive? Che si dirà di te sapendosi, e manifestandosi questa tua crudeltà, ed ingiustizia? Io non solamente, non son fatto libero, come mi avevi meritevolmente promesso, ma in vece della libertà promessa, vuoi ancor, che io stia in prigione? Allora Xanto mosso dalle parole di Esopo, e dal diritto della giustizia, volle che fusse lasciato stare, alle querele di quello, così soggiungendo: Io adunque farotti libero acciocchè tu m’accusi, e lasciarotti in libertà con la metà dell’oro, perchè tu sii contra di me? certo non farò io cotesta pazzia. Ed Esopo disse a lui? Tu pur fammi del male quanto ti piace, che ad ogni modo sarai sforzato donarmi la libertà, e darmela anco forse contro la tua voglia.