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D I E S O P O | 59 |
dici, i quali danno le regole, e i precetti del moderato, e regolato vivere, poi di loro, nessuno più disordinatamente vive? Che si dirà di te sapendosi, e manifestandosi questa tua crudeltà, ed ingiustizia? Io non solamente, non son fatto libero, come mi avevi meritevolmente promesso, ma in vece della libertà promessa, vuoi ancor, che io stia in prigione? Allora Xanto mosso dalle parole di Esopo, e dal diritto della giustizia, volle che fusse lasciato stare, alle querele di quello, così soggiungendo: Io adunque farotti libero acciocchè tu m’accusi, e lasciarotti in libertà con la metà dell’oro, perchè tu sii contra di me? certo non farò io cotesta pazzia. Ed Esopo disse a lui? Tu pur fammi del male quanto ti piace, che ad ogni modo sarai sforzato donarmi la libertà, e darmela anco forse contro la tua voglia.
C A P I T O L O XLI.
IN quel tempo avvenne nella Città di Samo un gran prodigio, per cui ne fu tutto il popolo mesto, e sconsolato; ma la prudenza, e l’acuto ingegno di Esopo devolli ogni mestizia, ed affanno, onde per guiderdone egli ottenne la libertà tanto cara, e desiate, anco a malgrado del suo Padrone siccome ei predisse. Celebravasi ogni anno nell’Isola di Samo una festa pubblica, nella quale vedevansi tutti i Magistrati, e tutti gli Ufficiali della Città di ricchissimi vestimenti adornati, e dal popolo tutto accompagnati, con bellissimo ordine: Il popolo certe lodi, ed Inni ad onore del Dio Nettuno, e della Dea Terra cantavano, risuonando tutto il Mare di varj, ed