Viaggio intorno alla mia camera/Capitolo IX
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Traduzione dal francese di Giuseppe Montani (1824)
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CAPITOLO IX.
Spero di avere sufficientemente dichiarate le mie idee ne’ precedenti capitoli, per dare al lettore materia di pensare, e metterlo in istato di far nuove scoperte nella brillante carriera, ch’io gli ho aperta dinanzi. Egli non potrà essere che soddisfatto di sè medesimo, ove pervenga un giorno a saper far viaggiare la sua anima tutta sola; e i piaceri, che di ciò gli deriveranno, gli fian compenso dei qui pro quo, che potessero risultarne. Avvi infatti nulla di più lusinghiero, che l’estendere in certo modo la propria esistenza, l’occupare ad un tempo la terra e i cieli, il raddoppiar, per così dire, sè stesso? — L’eterno e non mai soddisfatto desiderio dell’uomo
non è forse di accrescere il suo potere
e le sue facoltà, d’essere ove non
è, di richiamare il passato e di vivere
nell’avvenire? — Ei vuol comandare
agli eserciti, presiedere alle accademie,
esser adorato dalle belle; ed, ove tutto
ciò ottenga, sospira allora i campi e
la tranquillità, porta invidia alla capanna
de’ pastori. Sempre ei si chiama
deluso ne’ suoi disegni, nelle sue speranze;
poiché sempre incontra qualche
sciagura, inseparabile dalla sorte umana.
Ma no non dica, per questo, che
la felicità è impossibile a trovarsi. —
Un quarto d’ora di viaggio con me
gliene mostrerà il cammino.
Ah! perchè non lascia egli all’altra le misere sollecitudini, l’ambizione che lo tormenta! — Vieni, povero infelice! fa uno sforzo per rompere il tuo carcere, e dall’alto de' cieli, ov’io sono per condurti, — riguarda la tua bestia lanciata nel mondo correre sola sola la carriera della fortuna e degli onori. Vedi con qual gravità essa cammina fra gli uomini. La folla le fa largo con rispetto; nessuno, credimi, si accorge, che vada così sola; ed è l’ultima delle cure di tanta gente il sapere se essa abbia un’anima o no, se pensi o non pensi. – Mille donne sentimentali l’ameranno alla follia senza accorgersene. — Ella potrà anche inalzarsi, senza l’ajuto della tua anima, al più alto favore, alla più gran fortuna. — Nè io mi meraviglierei per nulla, se nel nostro ritorno dall'empireo la tua anima rientrando, per così dire, in sua casa, si trovasse nella bestia d'un gran signore.