Viaggio in Dalmazia/Delle Osservazioni fatte nel Contado di Zara/12. Castello della Vrana

12. Castello della Vrana

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§. 12. Castello della Vrana.

La Vrana, che dà nome al Lago, ed è fabbricata ad una delle di lui estremità, che guarda Tramontana, fu importante luogo ne’ tempi andati, ed appartenne a’ Templarj. Vi risiedeva un Gran Priore, che crebbe talvolta in potenza a segno d’essere personaggio preponderante negli affari del Regno. Uno di questi Gran Priori, Gianco di Palisna, del 1385. spinse la sacrilega temerità sino al far prigioniera la propria Sovrana Elisabetta Vedova di Lodovico Re d’Ungheria, e Maria di lei Figliuola; nè gli bastò questo, che la prima fece affogare in un fiume. Filippo il Bello sul principio dello stesso secolo non potè far confessare a’ Templarj alcun delitto, e pur li distrusse coi ferro, e col fuoco. I successori de’ Templarj d’Ungheria, e di Dalmazia, convinti d’un sì esecrabile misfatto, non patirono alcun male; tutta la vendetta, che Sigismondo, Marito della Regina Maria, ne volle trarre, fu mitissima, e circoscritta alla persona del Gran Priore.

Il Castello, detto per eccellenza Brana, o Vrana1 nel tempo della sua fondazione, è adesso un orrido [p. 27 modifica]ammasso di rovine, ridotto a questo stato dall’Artiglieria Veneziana. Alcuni Scrittori credettero, che Blandona fosse colà anticamente: ma niun vestigio di Romana Antichità si vede in quelle mura, e torri cadenti, e disabitate. Io mi v’aggirai cercando qualche pietra scritta, o lavorata, e n’uscii finalmente dopo d’aver sudato invano, per non trovarne qualcuna, che mi cadesse sul capo.

È ben degno d’osservazione l’Han, che sta vicino a queste macerie, quantunque anch’egli sia adesso rovinoso, ed abbandonato alla barbarie de’ Morlacchi abitatori delle campagne vicine, che vanno a prendervi materiali da impiegare nelle goffe loro fabbriche. Le fondazioni degli Han, o Caravanserai, fanno molto onore alla Nazione Turca, presso di cui sono frequentissimi. Questo, che vedesi vicino alla Vrana, è stato fabbricato senza risparmio. La sua facciata è di 150. piedi; la lunghezza di 175. È tutto fabbricato di marmo ben appianato, e connesso, i di cui pezzi sono stati colà trasportati dalle rovine di qualche antica fabbrica Romana, per quanto ben esaminandoli si può rilevare. Il corpo dell’Han è diviso in due gran cortili circondati da ben adorne camere, e ben intese gallerie. L’architettura delle porte vi è di cattivo gusto turchesco traente al gotico. Una parte delle mura, e dei pavimenti di questo luogo fu messa sozzopra dalla sciocca avidità de’ cercatori di tesori.

Il nome di Vrana è passato adesso a una meschina Villa, forse un miglio lontana dalle rovine del Castello, sul luogo medesimo, dove nel secolo passato avea i suoi giardini un riguardevole Turco detto Halì-begh; la squallida abitazione del Curato di quel paese porta ancora il nome degli Orti d’Halì-begh. In un Ms. del Gliubavaz, ch’io ò presso di me, e che [p. 28 modifica]appartiene al dotto, e cortese Signor Conte Gregorio Stratico di Zara, trovasi una descrizione de’ giuochi d’Acque di que’ giardini, dell’allora ben coltivata campagna vicina. Che cangiamento! I Giardini d’Halì-begh sono ridotti a un monte di macerie; le acque, che gl’innaffiavano condotte dall’arte, scorrono adesso per alvei ineguali, e scorretti, e unisconsi a quelle di molti rivoli, che cent’anni sono erano maestrevolmente incassati, per impaludare nel Lago.

  1. Vrana, Fortezza, da Braniti fabbricare, e fortificare.