Viaggio in Dalmazia/Delle Osservazioni fatte nel Contado di Zara
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A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR
JACOPO MOROSINI
Patrizio Veneto.
Delle Osservazioni fatte nel Contado di Zara.
LA lontananza da Venezia privandomi dell’onore d’esserle vicino sovente, e togliendomi pell’interposto mare il modo d’inviarle con sicurezza frequentemente nuove di me, non farà già ch’io tralasci di scriverle. Assai tardi V. E. probabilmente avrà questa mia Lettera: ma io sono ben certo, che in qualunque tempo le giunga sarà benignamente accolta, mercè di quella bontà, cui Ella degnasi d’avere per me, e di quel trasporto, col quale usa ricevere tutte le notizie, che tendono a dilatare i progressi della Scienza Naturale.
Io mi sono prefisso di render conto delle varie osservazioni, che ò di già fatte, e di quelle, che sarò per fare d’ora innanzi nelle mie peregrinazioni, intraprese sotto gli auspicj di nobilissimi Mecenati Patrizj, a quel picciolo numero d’illustri Amatori, o di celebri Professori, co’ quali mi tiene in corrispondenza il vincolo fortissimo degli studi comuni. L’incominciare dallo scriverne a Lei mi sembra un tanto più preciso dovere, quanto che i coltivatori della buona, ed utile Scienza de’ fatti, e le produzioni così belle, e varie della Natura (in un secolo di tanta luce pel resto dell’Europa) dispregiate, e pur troppo mal conosciute fra noi, unicamente presso l’E. V. ritrovano buon’accoglienza, e ricetto.
Io dividerò le mie Lettere ora seguendo la separazione topografica dei Distretti, ora il corso de’ fiumi, ora il circuito dell’Isole, ora la natura ed analogia delle materie. L’estensione della Dalmazia Veneta è troppo vasta, il numero dell’Isole di questo mare troppo considerabile, perchè da brevi peregrinazioni qualche cosa di completo possano aspettare i Naturalisti. V’ànno degli uomini audaci, che trasportati da uno sconsigliato fervore di giovinezza, e persuasi di poter imporre al Mondo Letterario, promettono di dare in pochi mesi la Botanica, la Zoologia, e l’Orittografia delle più vaste Provincie; ma chi è usato a contemplare con filosofica posatezza la varietà immensa delle cose intende pur troppo bene, che non basta la vita d’un uomo solo (ed abbia pur egli ajuti generosi) a tessere la completa Storia Naturale della più picciola Isola, o del Territorio più angusto. Un’acqua minerale, una vasta, e diramata caverna, il corso d’un fiume con tutte le acque influenti, ricercano lunghissime osservazioni innanzi che si possa di loro espressamente trattare. E come non le ricercherebbono, se gli abitanti subacquei del più picciolo seno di mare, anzi un solo di essi, una pianta, un insetto, di cui si vogliano appieno conoscere le trasformazioni, e le proprietà, puote occupare per mesi ed anni talvolta un oculato Naturalista, prima di lasciarsi conoscere a perfezione? Chi non diverrebbe modesto, e tardo, sapendo che quanto Swammerdam, Reaumur, Maraldi e tanti altri uomini celeberrimi hanno osservato intorno alle Api resta convinto di poca esattezza dopo le recenti osservazioni di Mr. Schirach? Vostra Eccellenza, che ben conosce le asprezze, e l’ampiezza del campo, in cui sudano i Naturalisti, voglia difendermi dalle voci indiscrete de’ non-conoscitori di questa Scienza, che pur talvolta l’Osservatore taciturno, e raccolto in se stesso importunano latrando, come i fastidiosi cani usano di fare contro chi va pe’ fatti suoi, senza pensare a recar loro molestia. Vitaliano Donati, dopo parecchi anni di viaggi Dalmatici, non ebbe il coraggio di pubblicare se non che un Saggio di Storia Naturale dell’Adriatico; il grande Hallero dopo lunghe peregrinazioni pell’Alpi Svizzere diè un luminoso esempio di modestia pubblicando un Catalogo incominciato delle piante Elvetiche; or che dovrassi pretendere ed aspettare da me, che dinanzi a questi sommi uomini trovomi d’essere un insetto invisibile?