Vettura a vapore del signor Dietz
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Vettura a vapore del sig. Dietz.
Il 26 dello scorso giugno, questa macchina locomotiva, frutto di luoghi lavori, fece la sua prima apparizione a Parigi nel modo il più fortunato. Fu certamente un bel momento per gli amici del progresso pacifico ed industriale, quello in cui una vettura senza cavalli, dopo aver fatti vari giri al mercato dei foraggi al sobborgo Sant Antonio, è uscita in mezzo alle acclamazioni di tutta la popolazione manifatturiera del quartiere e di un gran numero di persone invitate, e si è diretta verso la barriera del trono. Ad onta del pendìo assai ripido che precede la barriera non vi vollero che sei minuti per arrivare alla metà del viale di Nogent nel bosco di Vincennes. Si è potuto osservare con quale facilità il sig. Dietz juniore, fratello dell’inventore, posto al timone dirigeva l’andamento, attraversando le altre vetture e dando luogo per far loro posto, come si sarebbe potuto fare con un tilbury tirato da un sol cavallo docile e vigoroso. Le molte vetture che accompagnavano la vettura a vapore non potevano seguirla se non tenendo sempre i loro cavalli al trotto serrato; e vuolsi anche dire che in questa prima esperienza non si faceva uso di tutta la forza di cui si poteva disporre. Dopo aver fatto voltare la vettura in uno spazio assai stretto, il sig. Dietz la ricondusse al punto da cui era partita, fermandosi a Vincennes alcuni istanti per prendere dell’acqua, non essendo stato il serbatoio riempiuto a sufficienza. Più sicuri dell’esito dopo un primo viaggio, gli inventori quasi immediatamente dopo ne fecero un secondo con una vettura rimurchiata, un viaggio, cioè, intieramente simile a quelli che la macchina deve fare in seguito. Alle due ore e quarantasette minutti, la macchina portante nove persone e traentesi dietro un Omnibus carico di altre trentaquattro persone ammassate tanto di dentro che sopra, d’avanti e di dietro, si è posta in cammino, ed ha percorso in undici minuti lo spazio compreso fra la barriera e l’ingresso del forte di Vincennes; poi prolungò la passeggiata fino a Nogent, e rientrò a Parigi, a sei ore in ottimo stato.
Non imprenderemo di dar qui una descrizione circostanziata della macchina; ci contenteremo di dare una idea della sua forma esteriore; e di dire che il suo meccanismo riunisce ad una gran forza una grande semplicità. S’immagini una cassa lunga circa venti piedi ed alta sette, larga quanto le grosse bare dei vetturali, ed un poco più stretta sul davanti che sul di dietro. Essa è montata su molle e su tre ruote: due sui lati un poco più in là del mezzo e la terza sul davanti nel mezzo.
Questa ultima ruota gira sopra un asse sormontato da un’antenna verticale, cui si adatta la sbarra che dirige il tutto, questa ruota non sostiene che una piccola parte del peso, ma è quella che dà la direzione. Sul di dietro si trovano il fornello e la provvisione di carboni; di sotto v’è un serbatojo d’acqua, la quale è innalzata continuamente da una tromba alimentaria per mantenere piena la caldaia: finalmente sopra la vettura v’ha una galleria, per la quale si può girare tutto all’intorno.
Il peso di tutto l’apparecchio è di quindici migliaia, la sua forza è di trenta cavalli, e deve condurre una Diligenza ordinaria, il peso della quale è pure di quindici migliaia, con una celerità che potrebbe arrivare a sette leghe per ogni ora.
Per il servizio non abbisognano che due uomini, uno per tenere la sbarra e guidare, l’altra per mantenere il fuoco. La provvisione dell’acqua deve essere rinnovata ogni ora, ed un minuto basta per prenderne quanta ne fa bisogno. Le ruote hanno una particolarità singolare; esse sono guernite di legno in luogo del cerchio di ferro, la loro circonferenza è composta di pezzi di legno di quercia posti in piedi, e grossi circa sei pollici quadrati: essi sono foderati d’una lama di sughero che serve a smorzare le scosse.
Il secondo esperimento pubblico dalla vettura a vapore del sig. Carlo Dietz fu fatto il 30 giugno alla presenza del Giurì della esposizione. La macchina partita alle otto ore dal mercato dei Foraggi del sobborgo di Sant Antonio, e tirandosi a rimurchio due omnibus carichi di sessantaquattro persone, ha percorsa tutta la lunghezza dei boulevarts in mezzo ad un immenso concorso di vetture e di persone a piedi che non hanno un momento imbarazzata la sua corsa; ella è salita coi soli mezzi necessari nelle strade piane il pendio ripidissimo della Porta di Sant Dionigi. Arrivata alla Piazza della Concordia essa ha, alla presenza dei membri del Giurì, eseguito le evoluzioni le più sorprendenti colla massima facilità. Di là è partita per Neuilly, dove il sig. Dietz ha fatto chiedere al Re la permissione di presentargli la sua vettura. Il Re fece rispondere che avrebbe ricevuto con piacere l’autore di una simile invenzione, ed ordinò che si aprisse il cancello del parco. Entrata la vettura cogli omnibus carichi di tutte le loro persone, il Re esaminò col maggiore interesse tutti i particolari della macchina, poi manifestò il desiderio di vederla manovrare sotto i suoi occhi. Allora indicò al sig. Dietz, con cui parlò lungo tempo, la direzione che doveva seguire, e che seguì in fatti con una tale precisione, che le ruote descrissero sulla sabbia un numero 8 regolarissimo.
Il convoglio si rimise in cammino per ritornare al sobborgo di Sant Antonio, dove arrivò sano e salvo alle sei della sera. Sono state prese le precauzioni le più savie per rendere impossibile qualunque scoppio, e la macchina può essere portata alla forza di sessanta cavalli, senza aumentare neppure di un terzo il suo peso. Il suo prezzo estremamente moderato (25,000 franchi) relativamente all’importanza dei risultamenti fa sperare che sarà presto messa in attività.
Dicesi che sieno già state fatte delle proposizioni al sig. Dietz per stabilire un servizio fra Parigi e Versailles.