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sui lati un poco più in là del mezzo e la terza sul davanti nel mezzo.

Questa ultima ruota gira sopra un asse sormontato da un’antenna verticale, cui si adatta la sbarra che dirige il tutto, questa ruota non sostiene che una piccola parte del peso, ma è quella che dà la direzione. Sul di dietro si trovano il fornello e la provvisione di carboni; di sotto v’è un serbatojo d’acqua, la quale è innalzata continuamente da una tromba alimentaria per mantenere piena la caldaia: finalmente sopra la vettura v’ha una galleria, per la quale si può girare tutto all’intorno.

Il peso di tutto l’apparecchio è di quindici migliaia, la sua forza è di trenta cavalli, e deve condurre una Diligenza ordinaria, il peso della quale è pure di quindici migliaia, con una celerità che potrebbe arrivare a sette leghe per ogni ora.

Per il servizio non abbisognano che due uomini, uno per tenere la sbarra e guidare, l’altra per mantenere il fuoco. La provvisione dell’acqua deve essere rinnovata ogni ora, ed un minuto basta per prenderne quanta ne fa bisogno. Le ruote hanno una particolarità singolare; esse sono guernite di legno in luogo del cerchio di ferro, la loro circonferenza è composta di pezzi di legno di quercia posti in piedi, e grossi circa sei pollici quadrati: essi sono foderati d’una lama di sughero che serve a smorzare le scosse.

Il secondo esperimento pubblico dalla vettura a vapore del sig. Carlo Dietz fu fatto il 30 giugno alla presenza del Giurì della esposizione. La macchina partita alle otto ore dal mercato dei Foraggi del sobborgo di Sant Antonio, e tirandosi a rimurchio due omnibus carichi di sessantaquattro persone,