Versi editi ed inediti di Giuseppe Giusti/Storia contemporanea

Storia contemporanea

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I Discorsi che corrono Alli Spettri del 4 Settembre 1847
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STORIA CONTEMPORANEA.



Nel marzo andato, un asino di spia,
     Fissato il chiodo in certa paternale
     Buscata a conto di poltroneria,
     Fu rinchiuso per matto allo spedale.
     Dopo se’ mesi e più di frenesia,
     Ripreso lume e svaporato il male,
     Tornò di schiena al solito mestiere
     Per questa noia di mangiare e bere.

Si butta a girellar per la città,
     S’imbuca ne’ Caffè, nell’Osterie,
     E sente tutti di qua e di là,
     — Saette a’ birri, saette alle spie,
     Popolo, Italia, Unione, Libertà,
     Morte a Tedeschi, — ed altre porcherie;
     Porcherie per orecchi come i suoi
     Quasi puliti dal trentuno in poi.

Corpo di Giuda! che faccenda è questa?
     Dicea tra sè quel povero soffione;
     O io vagello sempre colla testa,
     O qui vanno i dementi a processione.
     Basta, meglio così: così alla lesta,
     Senza ficcarmi o star qui di piantone,
     Vado, m’affaccio sulla via maestra,
     E sbrigo il fatto mio dalla finestra.

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Entra in casa, spalanca la vetrata
     Con lì pronta la carta e il calamaio,
     E un’ora sana non era passata
     Che già n’avea bollati un centinaio.
     Contento per quel dì della retata,
     Chiappa le scale e trotta arzillo e gaio,
     De’ tanti Commissari al più vicino,
     E là, te gli spiattella il taccuino.

Con una gran risata il Commissario,
     Lette tre righe, lo guardò nel muso,
     E disse: bravo il sor Referendario!
     La fa l’obbligo suo secondo l’uso:
     Si vede proprio che ha perso il Lunario,
     E che ne’ Pazzerelli è stato chiuso.
     La non sa, Signor mio, che Su’ Altezza
     Ora al Buonsenso ha sciolta la cavezza?

— Su’ Altezza? al Buonsenso? E non corbello!
     Al Buonsenso...? non era un crimenlese?
     Ma qui c’è da riperdere il cervello!
     O dunque adesso chi mi fa le spese? —
     So io dimolto? gli rispose quello;
     Che fo l’oste alle birbe del paese?
     Animo, venga qua, la si consoli,
     La metterò di guardia a’ borsaioli.