Versi editi ed inediti di Giuseppe Giusti/Gl'Immobili e i Semoventi
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GL’IMMOBILI E I SEMOVENTI.
Che buon pro facesse il verbo
Imbeccato a suon di nerbo
Nelle scuole pubbliche;
Come insegnino i latini,
E che bravi cittadini
Crescano in collegio;
E che razza di cristiani
Si doventi tra le mani
D’un Frate collerico:
Tutti noi, che grazie al Cielo
Non siam più di primo pelo,
Lo diremo ai posteri.
Messo il muso nel capestro
Del messer Padre Maestro
(Padre nella tonaca),
Fu finito il benestare:
Il saltare, il vegetare.
Lo scherzare, il crescere,
Davan ombra ai cari Frati;
E potati, anzi domati,
Messi tra gl’immobili,
Ci rendevano ai parenti
Mogi, grulli ed innocenti
Come tanti pecori.
Il moderno educatore,
Oramai visto l’errore
De’ Reverendissimi,
E che l’uomo tra i viventi
Messo qui co’ semoventi
Par che debba muoversi,
Ha pescato nel gran vuoto
La teorica de1 moto
Applicata agli uomini.
Il fanciullo deve andare,
Deve ridere e pensare
Appoggiato al calcolo.
D’ora innanzi, mi consolo!
Questo bipede oriolo
Anderà col pendolo.
O futura adolescenza;
Che, filata alla scïenza
Nelle scuole a macchina,
Beverai nuova dottrina
E virtù di gelatina
Che non corre e tremola;
In te sì che farà spicco
Depurato per lambicco
Gas enciclopedico!
Quando il tenero cervello,
Preso l’albero a modello
(Per esempio il sughero),
Succhierà fede e morale
Come un’acqua senza sale
Dal maestro agronomo;
Spunteranno foglie e fiori
Senza puzzi e senza odori,
Come le camelie.
Misurati gl’intelletti
E le fasi degli affetti
Con certezza fisica,
E sopite nel pensiero
Le sublimi ombre del vero,
Avventate ipotesi,
Troverem nel positivo
Uno stato negativo
Buono per lo stomaco.
Il pacifico marito
Proponendo per quesito
La pace domestica,
Colla tepida compagna
Sommerà sulla lavagna
Gli obblighi del vincolo;
E Imeneo, fatto architetto,
Darà figli al quieto letto
D’ordine composito.
Biasceranno unti di teglia
I Fedeli in dormiveglia
Salmi geometrici;
Ci daranno i Magistrati
Certi codici stillati
Che parranno spirito;
E vangato e rivangato
Sarà immagine lo Stato
Del Giardin dei semplici.
Chi piantò l’ordin civile
Sulla base puerile
Dell’amore unanime?
Chi ci fece quest’oltraggio
Di premettere il coraggio
Alla poltronaggine?
Ah l’amore è un parosismo!
In un lento quïetismo
Va cullato il popolo.
Perchè il mondo esca di pene,
Tanto il male quanto il bene
Deve star nei gangheri:
E tu, scatto generoso,
Abbi titolo e riposo
Nell’Arte Poetica.
Lo vedete? non c’è Cristi:
Siamo nati computisti
Per campar di numeri.
Certi verbi, come amare,
Tollerare, illuminare,
Gli ha composti l’Algebra.
Dunque crescano le teste
Ritondate colle seste;
Regni la meccanica.