Versi editi ed inediti di Giuseppe Giusti/Al Padre Bernardo da Siena
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Alla Memoria dell'amico Carlo Falugi | Frammento 1 | ► |
AL PADRE BERNARDO DA SIENA.
Non disse Cristo al suo primo convento: |
Al Secol tolto nell’età più bella,
E unito al Cielo in vincolo d’amore
Nel sacro asilo di romita cella;
Fra gl’inni penitenti e lo squallore,
Da questa terra misera non hai
Sdegnosamente allontanato il core.
Ma ripensando agli infiniti guai
Che ti lasciasti a tergo, e fatto pio
Del nostro mal, peregrinando vai
Fido e diletto Apostolo d’Iddio,
Che mal s’appaga del Pastor che giace
Lento all’ombre, e l’Ovil lascia in oblio.
Di quella Mente interprete verace
Che dettò l’evangelica parola,
Sublime pegno di beata pace;
Come effluvio di rosa e di viola
Dalle tue labbra il nettare divino
Spira soave, e l’anima consola.
Partesi, per udirti, in sul mattino
Dalla capanna sua la vecchìarella
Per lungo e malagevole cammino:
Poi torna a casa a dar di le novella
Ai piccoli nipoti, e ne rammenta
Gli atti, le vesti, il volto, e la favella.
S’asside al focolar tutta contenta,
Vigilando la vita che le avanza,
E le miserie sue par che non senta:
Chè d’altro gaudio e di più lieta stanza,
Abbandonando questo triste esiglio,
Dalle parole tue prende speranza.
La giovinetta, cui tinge in vermiglio
Un primo amor la gota pudibonda,
Tacita ascolta serenando il ciglio:
Chè tu le annunzi i dì quando, feconda
Di bella prole, con materna cura
La famigliola sua farà gioconda:
E ne sospira, e a Dio volge secura
Il secreto pensiero e gli occhi belli,
Specchi dell’alma innamorata e pura.
Tu ridesti a virtude e rinnovelli
I giovanili petti, e gli richiami
Agli amplessi d’amici e di fratelli.
Chè il Signor di santissimi legami
Volle contento il suo popol diletto,
Perchè s’unisca giubilando e s’ami.
Per occulta virtù, che dall’aspetto
Di bella verità prende argomento,
Tu n’avvicini al Ben dell’intelletto.
E in estasi di pace e di contento
L’anima lieta s’abbandona, e riede
Teco all’Amor che mosse il firmamento.
Per te gentil desio sorger si vede
E d’onorati studi e d’atti onesti,
Di virtù sante e d’incorrotta fede.
Celeste Verità, che i brevi e mesti
Giorni di vita esalti e rassereni
Quando al guardo mortal ti manifesti;
E godi al raggio dell’Eterno, e tieni
L’alto segreto dalla man del Nume
Degli arcani superni e dei terreni;
Avvalorato del tuo santo lume
Questi che svolge all’avida pupilla
Delle attonite genti il tuo volume,
Tolto ai cari silenzi e alla tranquilla
Aura del chiostro, tornerà sovente
A destar fiamme della tua favilla.
E la terra commossa e riverente
Il suo Profeta esalterà, che porgo
Nuovo conforto al core ed alla mente
Che omai dal fango si sviluppa e sorge.