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al padre bernardo da siena. |
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S’asside al focolar tutta contenta,
Vigilando la vita che le avanza,
E le miserie sue par che non senta:
Chè d’altro gaudio e di più lieta stanza,
Abbandonando questo triste esiglio,
Dalle parole tue prende speranza.
La giovinetta, cui tinge in vermiglio
Un primo amor la gota pudibonda,
Tacita ascolta serenando il ciglio:
Chè tu le annunzi i dì quando, feconda
Di bella prole, con materna cura
La famigliola sua farà gioconda:
E ne sospira, e a Dio volge secura
Il secreto pensiero e gli occhi belli,
Specchi dell’alma innamorata e pura.
Tu ridesti a virtude e rinnovelli
I giovanili petti, e gli richiami
Agli amplessi d’amici e di fratelli.
Chè il Signor di santissimi legami
Volle contento il suo popol diletto,
Perchè s’unisca giubilando e s’ami.
Per occulta virtù, che dall’aspetto
Di bella verità prende argomento,
Tu n’avvicini al Ben dell’intelletto.
E in estasi di pace e di contento
L’anima lieta s’abbandona, e riede
Teco all’Amor che mosse il firmamento.
Per te gentil desio sorger si vede
E d’onorati studi e d’atti onesti,
Di virtù sante e d’incorrotta fede.
Celeste Verità, che i brevi e mesti
Giorni di vita esalti e rassereni
Quando al guardo mortal ti manifesti;