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Specchio
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AVVISO.


L’assunto mio, diretto a non lasciar perire doni naturali pel canto apprezzabili, certo è di decoro e di vantaggio per questa mia patria, la quale non offre alcun musicale Istituto.

La mia scuola è protetta dall’appoggio morale e dal voto favorevole dei maestri e dei professori veneziani più coscienziosi e valenti, cominciando dal chiarissimo maestro primario della Cappella di questa I. R. P. Basilica di S. Marco, sig. Antonio Buzzolla.

In un brevissimo periodo di tempo essa die’ saggi che appagarono il mio ragionevole amor proprio; e vanta principalmente un giovanetto tenore1, il quale giunse a primeggiare nei musicali concerti delle famiglie veneziane più distinte e a guadagnarsi la stima dei maestri e dei professori anche nelle più solenni sacre funzioni; giovinetto che non entra peranco nella via del teatro solo perchè l'eta sua di diecisett’anni non compiti è immatura troppo per cimentarne senza fisico danno le non lievi fatiche.

Nondimeno, s’io non fossi d’un carattere molto fermo ne’ miei propositi e risoluto di lottare con qualunque difficoltà, ed anche cogli spiriti maligni, nonchè chiuder oggi questa mia [p. 84 modifica]scuola, ch’io sperava veder sorretta validamente, l'avrei già chiusa indi a poco dopo aperta, tanto fu grande la mia delusione.

Ma, ben lontano dal perdere quel coraggio che non si volle infondermi, ringraziando come devo i pochissimi2 che sino al presente da parte loro sostennero l’impresa mia, ora io getto altri fondamenti sui quali ricostruirò con animo più franco il mio morale edifizio. Oggi io mi rivolgo ai mecenati delle lettere e delle scienze; e non solamente ai Veneziani, ma a quanti ne sono, dovunque si trovino, contando eziandio sul favore degli uomini più chiari e fortunati in ognuna delle belle arti sorelle.

A profitto della mia scuola io mi accingo a pubblicare ogni anno, cominciando dal venturo 1858, una Strenna, la quale conterrà produzioni inedite, letterarie e scientifiche, in verso ed in prosa, d’ingegni italiani rinomatissimi. Chi più si offre a giovare questo nuovo mio piano con tutt’i suoi più alti ed estesi rapporti è un nobile signore, non di Venezia, che da lunghi anni mi dona la più sentita amicizia.

Ma frattanto, a puntellarla nel corrente 1857, risolvo di porre in luce una raccolta dei miei poetici scritti meno [p. 85 modifica]insufficienti, che furono già compatiti; partito ch’era mio divisamento di prender più tardi a mio individuale profitto, affinch’essa potesse abbracciare un maggior numero di mie rime e prose inedite, le quali chiedono ancora molto lavoro di lima.

Ho gran fiducia che questa raccolta sia per esser ricevuta con buon viso, non pel merito dei componimenti che recherà, ma pel fine al quale io miro nell’offerirla. Siccome oggi io m’appello al patrocinio anche dei non Veneziani, così dichiaro d’esser disposto ad istituire gratuitamente nell’arte del canto giovani dell’uno e dell’altro sesso, anche non di Venezia, purchè sieno forniti di doni veramente idonei.

Nella mia scuola gli allievi quind’innanzi riceveranno anche lezioni d’armonia da altro maestro.

Non sarà mai ch’io leghi i miei scolari con alcun vincolo di mio futuro compenso; ma, tosto appresa l’arte compiutamente, essi potranno giovarsene con libertà, non aspirando io che al premio della loro riuscita felice e all’altro della loro amicizia.

Io mi chiamo obbligato a retribuire con una pubblica menzione individuale quanti, accogliendo la mia Raccolta e di anno in anno la Strenna, gioveranno l’assunto mio.


Ecco resa ragione della comparsa di questo libro da raccomandarsi, non pei versi che reca, ma per lo scopo a cui mira l’autore. [p. 86 modifica]

Volendo poi ora il Plet meglio regolar la sua scuola, fa sapere che quind’innanzi con maggior rigore il suo insegnamento è offerto solo ai dotati dalla natura di tutt’i doni necessarii a ben riuscire (le arti belle sdegnano d’esser trattate da coloro ch’essa non predispose opportunamente); solo a que’ che realmente non possono compensar l’opera d’un maestro; solo a quelli che aspirano ad apprender l’arte per bisogno di stabilire sovr’essa il loro avvenire. Fa sapere inoltre ch'ei non vorrà occuparsi di coloro i quali alle condizioni suesposte non accoppieranno una volontà manifesta di studiare, un’indole buona ed un contegno morale e sociale irreprensibile. Gli allievi di lui da quest’oggi dovranno tenersi a quel ragionevole disciplinare che, in forza della fatta esperienza, ei formulò, ed al quale ogni novizio prestar dovrà la propria adesione in iscritto il giorno in cui sarà per essere ammesso. I maschi riceveranno lezione in ore diverse da quelle destinate alle femmine.

Il Plet conferma che i suoi scolari riceveranno gratis anche lezioni d’armonia; e promette che, se sarà giovato bastantemente dal frutto di quanto ha in animo di pubblicare, essi avranno per giunta scuola gratuita di mimica, di scherma e di lingua francese, da istitutori scelti tra i più riputati meritamente. [p. 87 modifica]

La Strenna del venturo 1858 recherà il nome di quanti, avendo fatto acquisto della presente Raccolta, con animo gentile si saranno associati a sostenere la scuola di canto del Plet.

Note

  1. Quel Giacomo Colonna del quale, come si lesse, parlarono la Gazzetta Uffiziale di Venezia nel N. 101 del 1855, e il Giornale I Fiori nel N. 18 dell’anno stesso.
  2. Contribuenti sino dall’apertura della scuola, apertura seguita nel giugno 1854, che si nominano secondo il giorno della loro soscrizione:
    Nob. sig. co. Giovanni del fu Alvise Querini-Stampalia — nob. sig cav. Giacomo Treves de Bonfìli — sig. Riccardo de Ferrari avv.
    Contribuenti da 1.° giugno 1855, che si nominano colla stessa regola:
    Sig. Alvise Manfren — sig. Luigi Alvisi avv. — nob. sig. co. Pietro di Serego Allighieri — sig. Marco Dabalà — sig. Giovanni Mantovani — sig. Clemente Aumiller.