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scuola, ch’io sperava veder sorretta validamente, l'avrei già chiusa indi a poco dopo aperta, tanto fu grande la mia delusione.

Ma, ben lontano dal perdere quel coraggio che non si volle infondermi, ringraziando come devo i pochissimi1 che sino al presente da parte loro sostennero l’impresa mia, ora io getto altri fondamenti sui quali ricostruirò con animo più franco il mio morale edifizio. Oggi io mi rivolgo ai mecenati delle lettere e delle scienze; e non solamente ai Veneziani, ma a quanti ne sono, dovunque si trovino, contando eziandio sul favore degli uomini più chiari e fortunati in ognuna delle belle arti sorelle.

A profitto della mia scuola io mi accingo a pubblicare ogni anno, cominciando dal venturo 1858, una Strenna, la quale conterrà produzioni inedite, letterarie e scientifiche, in verso ed in prosa, d’ingegni italiani rinomatissimi. Chi più si offre a giovare questo nuovo mio piano con tutt’i suoi più alti ed estesi rapporti è un nobile signore, non di Venezia, che da lunghi anni mi dona la più sentita amicizia.

Ma frattanto, a puntellarla nel corrente 1857, risolvo di porre in luce una raccolta dei miei poetici scritti meno insuffi-

  1. Contribuenti sino dall’apertura della scuola, apertura seguita nel giugno 1854, che si nominano secondo il giorno della loro soscrizione:
    Nob. sig. co. Giovanni del fu Alvise Querini-Stampalia — nob. sig cav. Giacomo Treves de Bonfìli — sig. Riccardo de Ferrari avv.
    Contribuenti da 1.° giugno 1855, che si nominano colla stessa regola:
    Sig. Alvise Manfren — sig. Luigi Alvisi avv. — nob. sig. co. Pietro di Serego Allighieri — sig. Marco Dabalà — sig. Giovanni Mantovani — sig. Clemente Aumiller.