Versi (Cattermole)/Disegni/Una madre
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UNA MADRE
I
DA circa un anno è sposa. I sogni folli
Che a l’ombra de ’l convento ha vagheggiato,
Si tradusser per lei ne i rari e frolli
Amplessi d’un banchier tinto, azzimato.
E mostra adesso dove più si affolli
De gli eleganti il popolo annoiato,
In carrozza su ’l Pincio, a Chiaia, a i Colli,
Un bimbo ne’ ricami soffocato.
Con una balia a cui le foggie prova
Più cariche di nastri e di collane;
E accanto un grosso can di Terra Nuova.
Saluta e ride nel passar tra noi:
Perchè son quella balia, il bimbo e il cane
Giocattoli di lusso a gli occhi suoi.
II
PRESTO il fanciullo anch’egli una costosa
Raccolta avrà di ninnoli a dozzine,
Per poi tutto gettar con isdegnosa
Sazietà d’uomo in gonnellin di trine.
Lo vedremo color di tuberosa
Ne le feste, tra i baci e le moine;
E, segno a fanciullesca ira gelosa,
Sfoggiar puledri inglesi e carrozzine.
Ma a poco a poco perderà di pregio
Quel vivente fantoccio, e su’ dieci anni
Per levarsi di mezzo andrà in collegio.
Sua madre, allegra qual non fu giammai,
Stucca era un po’ d’artificiosi inganni:
Quel ragazzone la invecchiava assai.
III
SOFFOCATO, da ’l letto a la poltrona
Le membra ischeletrite a stento ha mosse;
E la febbre che più non lo abbandona
Gli zigomi gli tinge a chiazze rosse.
Sciupò ne l’orgie l esile persona,
Dietro un’ombra d’amor qualunque fosse;
E sempre spera, mentre il sen gl’introna
A colpi secchi una profonda tosse.
Così muore. Sua madre, accanto a ’l fuoco,
Stanca da un ballo de la notte avanti,
Dove andò tardi e per distrarsi un poco,
Lì sonnecchiava. A un tratto s’alza e viene
Fisso a guardarlo: con le man tremanti
Lo tasta.... mette un grido acuto e sviene.