Venti vite d'artisti/Lorenzo di Bartoluccio Ghiberti

Lorenzo di Bartoluccio Ghiberti

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Maestro Dello fiorentino Filippo di ser Brunelescho
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Lorenzo di Bartoluccio Ghiberti.


Fu Lorenzo di Bartolo sopranominato Bartoluccio della nobile famiglia et antichissima de’ Ghiberti da Firenze, e fu uomo di grandissimo ingiengnio non solamente in una profesione sola, ma in molte. Dette da giovane opera alla matematica dove non fecie poco frutto secondo che si vede in uno libro di prospetiva che eglj conpose. Dettesi, inchlinato dalla natura perchè alora non haveva padre, a disegniare et al’arte del dipigniere et circha al 1400 che egli aveva intorno a 20 annj essendo la cità in pericolo di peste si partì di Firenze con uno egregio pitore Piserino secondo che schrive egli medemo et andò a Pesero dove stette alcun tempo occupato in dipingniere una camera al signiore Malatesta, nel qual tempo dette ancora molto opera all’arte della ischultura. Hora avenne in questo mentre che a Firenze si fecie [p. 28 modifica]deliberatione di far le dua porte di bronzo di santo Giovanni, cioè quella del mezo e quella al rischontro........ haveva fatta innanzi gran tempo sanza il fregio, però che lo fecie Lorenzo sopradetto, uno cierto maestro Andrea pisano, la qual cosa intendendo Lorenzo come desideroso, non manco desideroso de l’onore che dell’utile, se prese licientia dal signiore diciendogli che voleva venire a vedere se la sua buona sorte volessj conciederglj che e tochassi a luj a fare una opera simile nella patria sua, il che egli sommamente desiderava: la qual licientia ottenuta se ne venne a Firenze et rapresentossi dinanzj a’ consoli dell’arte de’ merchantj, ai quali per haver particular cura del tenpio di santo Giovanni s’apparteneva d’allogar detto lavoro, insomma con molti altri maestri parte de’ quali chiamatj e parte vinuti da loro erono allora in Firenze per fare questa opera. Finalmente fu deliberato per detti consoli che se da tanti maestri son quj faciesino una istoria per uno di bronzo, o d’ottone, infra uno anno et a cholui che la faciessj più bella fussino alogate le porte a iuditio di 30 uomini dell’arte, cioè ischultorj et pittorj agiunttj a loro i consoli che sono 4. Et i maestrj furno questi: Filippo di ser Brunelescho di Firenze, Lorenzo di Bartoluccio, Simone da Colle, Lorenzo Pie.... d’Arezo, Iacopo dalla Quercia, e Francesco di Vali d’Ombrone, de’ quali 6 solamente Lorenzo di Bartoluccio e Filippo di ser Brunelescho solamente feciono l’opera, et quegli altrj, isbigotitj di potere agiugnere dove loro, si tolsono giù dalla inpresa, e finalimente fu giudicato che quella di Lorenzo di Bartoluccio, che è oggi nella aldienza di dettj consoli, fussi più bella che quella di Filippo. Detto rinutiò la schultura come si dirà quando parleremo di luj e non volse dipoj maj più attendere a simile arte. Fecie adunque detta porta nella quale sono 28 quadrj, in venti de’ qualj sono tutte istorie del testamento vechio, di basso et mezo et quasi tutto rilievo, con [p. 29 modifica]gran quantità di figure infra qualj delle quale sono per ancora 24 figure et 24 teste, infra le quali è la sua ritratta di naturale, nella quale opera perchè volevano fussj fatta presto fu aiutato, ma solamente in rinettare, si dicie che fu aiutato da più maestrj. Fecie anchora come si disse l’ornamento et il fregio della porta di verso i Cialdonaj dove sono fogliamj, fruttj et animalj et uciegli fatti con grandissima diligientia et arte. Fecie la statua di santo Giovanni di bronzo di braccia 4 ½ che è in detta chiesa. Fecie la sepoltura di san Zanobi di bronzo che è in santa Maria del Fiore dove sono ischolpitj alchunj suoi miracolj. Sono nella tribuna di detta chiesa 3 ochi di vetro disegniatj di sua mano nel uno de’ qualj è quando Cristo va in cielo, nell’altro quando orò nell’orto e nel altro quando è portato nel tenpio. Ène di mezzo disegnio nella facciata la resurezione e asunzione di nostra Donna, e disegniò ancora gli altri dua dal lato fra la sepoltura di Lodovico..... e di Bartolomeo Valori di marmo in santa Croce. Fecie la sepoltura di maestro Lionardo Dati gienerale de’ frati predicatoj, la quale è posta in santa Maria novella in mezzo del coro. Fecie quella cassa di bronzo chon que’ 2 angioli che tengono in mano una grilanda che è nella chiesa del monasterio degli Angeli1 dove sono l’ossa di que’ 3 martiri. Fecie la statua di santo Stefano e quella di santo Giovanbatista che sono ne’ pilastrj d’Orsanmichele. Fecie quelle istorie di bronzo che sono nel battesimo di Siena, nell’una delle quali è quando santo Giovanni batteza Christo e nell’altra quando egli è menato preso dinanzi a Erode, e di molte altre hopere qui et a Roma. Dilettossi anchora di lavorare d’orafo, tanto che egli fu tenuto maestro excellentissimo di tale arte; e infra l’altre sua opere fecie una [p. 30 modifica]mitria d’oro a papa Martino e uno bottone d’uno piviale dove erono otto mezze figure con uno Christo in mezo che segnia, cosa belissima. Fecie una altra mitria d’oro a papa Eugenio in quel tempo che egli stette in Firenze, l’oro della quale pesò ducati 15 et la pitura libbre 5 ½. Le quali piture furno istimate fiorini 38 mila e furno balasci, zafiri et ismeraldi et perle, infra le quali ne furno 6 grosse chome nocciuole. Fu ornata detta mitria di molte figure e nella parte dinanzj era uno trono con moltj angiolettj d’intorno e uno nostro Singniore in mezzo e nella parte diretro uno altro simile, co’ medesimi angioletti attorno, dove era una figura di nostra Donna chon 4 evangielisti da piè nel fregio, et molti altri adornamenti. Insomma fu uomo raro e seppe far quasi ciò che e’ volle.



Note

  1. Ms. Agli, ma può anche leggersi Ageli.