Un paragone
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UN PARAGONE.
E ttant’è vvero che nnun è bbuscìa,[1]
Che lo porteno inzino le gazzette.
Er Papa jjer’a otto[2] ariscevette
Monziggnor Accemette[3] de Turchia.
Questo ve fa ccapì, mmastro Tobbia,
Ch’oggni paese ar monno ha er zu’ Accemette,
Come tiè oggn’osteria le su’ fujjette[4]
E oggni cchiesa ha la propia sagrestia.
Quale scittà sse poterebbe arrègge[5]
Senza Montescitori[6] e ttribbunali
Da fà ssentenze e mminestrà la lègge?[7]
Ccusì ppuro[8] l’impieghi cammerali,
Voi sentirete chi ssa sscrive e llegge[9]
Che cqua a Rroma e in Turchia so’ ttutti uguali.[10]
19 giugno 1838.
Note
- ↑ Non è bugia.
- ↑ Ieri ad otto: otto giorni addietro [sic].
- ↑ L’equivoco si fonda sulla consimiglianza del titolo di A. C. Met. (Auditor Camerae Met.) appartenente ad uno de’ giudici prelati del foro di Roma [V. i sonetto: Du’ servitori e Er decretone, 28 nov. e 1 dic. 32], col nome proprio musulmano Acmet. E realmente Ahmed Feth Pascià, ambasciadore per la sublime porta presso il re cristianissimo, fu il 12 giugno 1838 accolto dal successore di Urbano II in amorevole e paterna udienza, negata però saviamente al dragomanno di quello, perchè greco scismatico, dovendosi dalla moderna Chiesa Romana preferire l’intiero Maometto a un mezzo Gesù Cristo, dacchè la ristaurazione del 1814 e le sue conseguenze dimostrarono la utilità di qualche concordia tra la vecchia religione e la nuova politica. Accomiatato dal padre de’ fedeli l’ortodosso islamita, costui trovò l’escluso dragomanno all’uscio delle stanze pontificie, e con orientale cortesia gli disse: Soomàro. Queste particolarità io seppi da un novizio cavaliere gerosolimitano, che stava in anticamera facendo il servizio sostituito recentemente alle disusate carovane del sacro ordine degli Ospitalieri.
- ↑ [La foglietta era la misura più comune del vino, e conteneva poco più di mezzo litro.]
- ↑ Quale città si potrebbe reggere.
- ↑ Montecitorio è il palazzo dei tribunali camerati.
- ↑ E amministrare la giustizia.
- ↑ Pure.
- ↑ Chi sa scrivere e leggere.
- ↑ Son tutti uguali. Moltissimi punti di eguaglianza si troverebbero ne’ due governi, incominciando dalla teocrazia e terminando alla corrispondenza che passa fra Camera e Porta.