Er decretone
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
ER DECRETONE.1
Stamme a ssentì. Da cuarche ssettimana,
Vado a ppulì le scarpe la matina
A un avocato de strada Bbaccina,2
Incirconciso3 a ora de campana.4
Oh indovinesce un po’, Mmuccio,5 indovina
Che ggenio ha sto fijjol d’una p......:
De vestimmese in coppola e ssottana6
E bbiastimamme in lingua lattarina.7
M’aricconta le cause ch’ha indifese:8
Me parla d’Accimetti9 e dde somario,10
De le lite smorzate e dde l’accese:
Der Tribbunal de Rota e dder Ficario:11
E ’ggni matina me tierrebbe un mese
Cór quietovive12 de sto bbèr zalario.
Roma, 1 dicembre 1832.
Note
- ↑ Décrotteur.
- ↑ Contrada di Roma.
- ↑ Circumcirca (modo ironico).
- ↑ La campana delle udienze del foro.
- ↑ Giacomuccio.
- ↑ Berretta e sottana: abito di costume de’ legali in ufficio.
- ↑ Latina (modo ironico).
- ↑ Difese.
- ↑ Monsignor A. C. Met., Auditor Camerae Met. (medesimo): nome turchesco (Acmet) che si dà a uno de’ prelati giudici della Camera. [V. la nota 4 del sonetto: Du’ servitori, 28 nov. 32.]
- ↑ Sommario.
- ↑ Vicario (ironia). [“Il cardinale vicario in Roma, coll’aiuto di Luogotenenti ed Assessori; ogni vescovo nella sua diocesi, ausiliante il suo vicario e qualche assessore... hanno l’assoluta polizia dei costumi, e giudicano tutte le cause che vi hanno pertinenza. Così il sacerdozio si ravvolge fra le meretrici, fra la perduta genia che induce le giovinette ad operare in carnalità, o che vende a prezzo le carni delle proprie creature; così scruta tutti i misteri dell’illegittima ed impura venere: e così scade di dignità, ed è esposto a’ cimenti, dai quali non sempre campa l’infralita natura umana; così vien fatto segno a sospetti, a mormorazioni, a calunnie, e tal fiata, a meritato vituperio, se avvenga che il censore o giudice degli altrui scorsi di costume richiegga donna dell’onor suo, o se per ignorante zelo faccia scandalo nelle famiglie e nella città, gittando sospetti malnati e discordie là dove, se non la realtà, era l’apparenza dell’onesto e castigato matrimonio.„ Farini, Op. e vol. cit., pag. 145.]
- ↑ Quieto vivere: nome dato a tuttociò che, gustando altrui, lo fa aderire ad alcunchè di amaro.