Un curioso accidente/Lettera di dedica

Lettera di dedica

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Un curioso accidente L'autore a chi legge

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AL MIO CARISSIMO AMICO

MONSIEUR FAVART

Celebre Autore Francese.


V
OI siete un uomo sì buono, sì amabile, sì compiacente, che mi lusingo riceverete in buon grado questa Commedia, che io dedico al vostro nome1. Vogliono le buone regole, che ciò non si faccia, senza averne prima la permissione, ma queste sono le regole delle cerimonie, e non quelle dell’amicizia. Io dedico la mia Commedia ad una persona ch’io amo, a cui voglio dare un segno della mia stima e della mia cordiale sincerità, e non ve l’ho detto prima di farlo, perchè son sicuro che avreste fatto il possibile per dissuadermi. Conosco il vostro carattere. Conosco quella vostra benedetta modestia, alla quale suol dar un titolo più familiare l’amico nostro de Crebellion2, tanto illustre per il nome insigne del Padre3, quanto per le opere varie della sua mano. Sì, quella vostra eterna modestia, che vi rende insensibile agli onori, agli applausi, alle ricompense, vi averebbe fatto trovare delle ragioni per obbligarmi a non farlo, ed io forse avrei dovuto cedere, mio mal grado. Voi, che vi nascondete dal Pubblico, per non ricevere i complimenti che meritate; Voi, che non leggete il Mercurio, quando temete che il nostro benemerito, saggio, intelligente Monsieur della Garde4 vi dia gli elogi che vi convengono, Voi certamente avrete della pena a soffrire di vedervi tra questi fogli, in mezzo a persone illustri per sangue, per lettere, o per dignità; ma Voi ci state assai bene, e son certo che tutti ameranno d’avervi in compagnia loro, poichè il Vostro merito e il vostro talento vi [p. 112 modifica]rende caro e stimabile a tutto il mondo. Non fate che la vostra umiltà mi rimproveri, s’io dico il vero, poichè l’umiltà, per essere una virtù, non può andar disgiunta dalla giustizia. Monsieur l’Abbé della Porta5, che fra le altre opere della elegante ed erudita sua penna, ha dato al Pubblico ultimamente una Scuola di Letteratura, dica egli s’io penso bene, e s’io ho ragion più di voi. Se vi lamentaste di me, perch’io vi lodo, e vi qualifico per quell’ uomo grande che siete, dovreste lamentarvi di tutto il Pubblico che vi esalta. Lamentarvi dovreste del dotto ed integerrimo Monsieur la Place6, che parlando anch’egli nel Mercurio delle vostre opere, raccolte in otto Volumi, dice di esse e di Voi molto più ch’io non dico, perchè meglio di me sa dire e lodare, e perchè, esercitando con vera imparzialità il suo difficile ministero, non porta rispetto alla vostra esimia modestia.

Due sono le Commedie moderne, che mi hanno fatto il maggior piacere a Parigi; l’una è il vostro Inglese a Bordò7; l’altra I Costumi del Secolo, del nostro celebre Monsieur Soren8, dell’Accademia Francese: due capi d’opera insigni, che caratterizzano il genio ed il talento di due stimabili autori. E se Monsieur Soren, oltre il genere della Commedia, riesce egualmente nel sublime della Tragedia, voi avete altresì un altro genere a parte, che è quello dell’opera Comica, e che ha dato a questo nuovo dominante divertimento la maggiore riputazione. Vi ho nominato finora sei dei nostri amici e confratelli, coi quali viviamo tutte le Domeniche insieme, e siamo detti perciò Fratelli Domenicali9. So che sono del parere medesimo, rispetto a Voi, gli altri due confratelli: il carissimo Monsieur Luis10, Professor Reale di Chirurgia e letterato insigne, [p. 113 modifica]e l’ottimo, sincero amico Monsieur Jovan, direttore della famosa Accademia di S. Sulpicio11. Acquietatevi dunque al parer concorde di chi vi ama, e di chi vi apprezza, e fate forza a voi stesso per credere che niente ho fatto per voi, che non vi convenga. Se mai la modestia vostra fosse tuttavia inflessibile, e vi facesse essere di mal umore, troverò ben io la maniera di scuotervi e rasserenarvi. Un’aria tenera, modulata dalla voce angelica dell’unica Sorella nostra Domenicale, un’aria dell’incomparabile Madamigella Arnoud12 avrà la forza di penetrarvi al cuore e d’intenerirvi a favore di un vero amico, che vi rispetta e vi adora. Se ciò ancor non bastasse, ho un altro mezzo a tentare, per me onorifico e per voi interessante. Madama Favart, degnissima vostra Sposa13, piena di merito, e di sapere, e di gentilezza, ha della bontà grande per me, e son certo mi sarà mediatrice presso di voi. Voi che l’amate tanto, le saprete Voi negare una grazia? Or su dunque, o in un modo, o nell’altro, mi lusingo che Voi mi perdonerete, e che cortesemente accetterete il dono del



Vostro Devotiss. Obbligatiss. Servitore,
Amico e Confratello Goldoni.



Note

  1. La presente lettera di dedica fu stampata in testa alla commedia nel t. VII dell’ed. Pasquali di Venezia, l’anno 1764.
  2. Claudio Crébillon (1707-1777), figlio del poeta tragico, e autore di romanzi erotici famosi nel Settecento. Più spesso è chiamato Crébillon figlio.
  3. Prospero Crébillon (1674-1762), notissimo autore di tragedie.
  4. Filippo di La Garde (1710-1767) scriveva la cronaca degli spettacoli nel Mercurio di Francia.
  5. L’ab. Giuseppe di La Porte (1713-1779), scrittore infaticabile di critiche letterarie, di cronache teatrali, di almanacchi ecc., stampò nel 1763 i due volumi dell’Ècole de littérature tirée de nos meilleurs écrivains.
  6. Pietro Ant. di La Place (1707-1793), famoso traduttore di drammi e di romanzi dall’inglese (Le Théatre anglais, 1745-48, in 8 vol.i).
  7. L’Àngloìs à Bordeaux fu rappresentato nel marzo del 1763.
  8. Bernardo Giuseppe Saurin (1706-1781), scrittore di teatro, fece rappresentare nel 1760 les Moeurs du temps.
  9. Intorno a questa piccola ma lieta società si vedano le Memorie del Goldoni (parte terza, cap. 5) con le note di Guido Mazzoni, ed. Barbèra di Firenze, 1907, vol. II. Cfr. Edgardo Maddalena, Goldoni e Favart, in Ateneo Veneto, XXII (1899).
  10. Antonio Louis (1723-1792) è ricordato dal Goldoni anche nelle Memorie, l. c., e nelle lettere al marchese Albergati Capacelli.
  11. M. Jouen è ricordato anche nelle Memorie, l. c.
  12. La giovinetta Sofia Arnould (1744-1803), è ricordata nelle Memorie (v. ed. cit. II, 169 e 425). Sulla celebre attrice vedasi il bel volume di Edmondo e Giulio Goncourt.
  13. Chi non conosce il doloroso episodio d’amore del maresciallo Maurizio di Sassonia e di Giustina Duronceray Favart (1727-1772)? V. Favart et Voisenon, in Épicuriens et lettrés (Paris 1879) di G. Desnoiresterres.