Tre volgarizzamenti del libro di Catone de' costumi/Dedica

Dedica

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Tre volgarizzamenti del libro di Catone de' costumi Al benigno lettore
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ALL’ILLUSTRISSIMO E CHIARISSIMO

SIGNOR MARCHESE

GIO. GIACOMO TRIVULZIO

Michele Vannucci.

È qualche tempo che, avendomi la S. V. Illustrissima conceduto graziosamente di valermi d’un suo Codice di somma preziosità, io ne trassi il primo di questi Volgarizzamenti. Il quale, se molti anni addietro fosse venuto a notizia degli Eruditi, certamente avrebbe porta occasione a medesimi di formar più fondate congetture intorno all’età in che si dovette cominciare a scrivere la nostra Lingua. [p. iv modifica]Perchè, avuto riguardo alla grezza e nuda semplicità del dettato, e a non poche voci affatto latine e singolari, tra tutte le cose che insino a qui si conoscono in prosa volgare, eccetto qualche piccola Inscrizione, niente di così antico si trova, come questo Volgarizzamento; onde può credersi disteso innanzi non pure al Libro della Tavola Ritonda, ma eziandio alla Regola dell’Altopascio, quando anche i Mss. che ne ricordò l’eruditissimo Dottor Lami, sieno degli anni da lui segnati.

Una tale considerazione, Nobilissimo Sig.r Marchese, avvalorata dal suo consentimento, m’indusse a render pubblico in più riprese nel Giornale del mio ottimo amico Sig.r Antonio Stella questo antichissimo di tutti i Testi di Lingua. Il quale accompagnato con due altri (essi pure Versione della medesima Operetta, inedito l’uno, emendato il secondo e ridotto [p. v modifica]al debito ordine) esce ora di nuovo in luce, e dimanda di venire alle mani di Lei da cui riconosce promossa la sua pubblicazione.

Se tutti e tre, per la cura che ho posto a darli fuori nella maggior integrità della lezione, e a corredarli, il meglio che io seppi, di alcuna osservazioncella di lingua, meritino un luogo tra le rare Edizioni da Lei con largo zelo adunate, io non mi ardisco a dirlo. Prego sì bene la bontà di Lei, Sig.r Marchese, che le piaccia di accoglierli con gradimento, siccome quelli che ricordano e quanto Ella mi fu cortese e il grato animo ond’io volentieri m’occupai di cosa sua, a fine di mostrarle in pubblico la stima inspiratami dalle eccellenti sue qualità e dall’amore che porta e incessantemente promove in altrui alla nostra bellissima favella.