Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 86

Libro III - Capitolo 86

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Come per la gratia de i principi terreni, non si deve mai offendere dio. Cap. LXXXVI.

Et perche la somma d’ogni cosa, consiste nel piacere à Dio principalmente, et salvare l’anima sua, per tanto avverta il padre di non essere autore della dannatione del figliuolo et della sua propria, la onde non lo mandi in parte, dove il candore, et la integrità della fede possa periclitare, et nel resto lo mandi armato del timor di Dio, et di santi ammaestramenti, ricordandoli che cerchi di acquistar la gratia del suo Principe con esser fidele, amorevole, et diligente nel suo servitito, con haver le mani nette da ogni corruttela, et finalmente con la vigilanza, con la fatica, et con la virtù, et non habbia mai invidia à coloro, che per vie distorte et con offesa di Dio pervengono ad essere favoriti de i Principi, et però si declari à buon’hora ch’egli è christiano, et talmente è disposto à servire il suo padrone terreno, che non vuole in modo alcuno diservire al suo padrone celeste, à cui prima ha obligato la fede sua nel santo battesimo, altrimente se il padrone temporale commanda cosa contraria allo eterno, [p. 181v modifica]all’hora bisogna ricordarsi del detto del Salvatore: Niuno può servire à due padroni, all’hora conviene ridursi à memoria il detto de i santi Apostoli quando fu loro commandato da’ Magistrati Giudei che non predicassero il nome di Christo, à i quali risposero: Bisogna più obedire Iddio che gli huomini; all’hora è tempo d’imitare quelli antichi martiri, i quali servivano i Rè pagani con somma fideltà, mentre l’honor di Dio, et la propria salute non si offendeva, ma quando altri li sollicetava à ribellarsi a Dio, et contravenire alla sua legge, non più li riconoscevano per signori ne per benefattori, ma disprezzavano i favori, si spogliavano della dignità, calpestavano le ricchezze, et se cosi faceva mestieri spargevano generosamente il sangue, et la vita propria per gloria di Dio.