Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 8
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De i varii modi della correttione et castighi puerili. Cap. VIII.
Non solo deve il nostro padre di famiglia astenersi da i sudetti modi furiosi, et bestiali nel castigare il figliuolo, ma deve anchora considerare che questo non è l’unico ne meno è sempre il migliore, et più conveniente rimedio per correggere il figliuolo, et però non si creda d’haver subito satisfatto all’offitio suo per haverlo battuto, perche il fine del castigo paterno, come altrove si è accennato è il frutto della vera emendatione. Hor cosi come varii mali si curano da i medici intelligenti con varie medicine, cosi anchora con varii castighi si può et deve correggere il fanciullo, non meno efficaci delle battiture, ma in tanto più proportionati all’huomo, quanto più movono la ragione, et l’intendimento alla consideratione del fallo commesso, per il che sempre è espediente con la percossa della mano, aggiunger la riprensione, acciò il fanciullo conosca dove, et come hà mancato, perche ogni errore è deformità, et come tale conviene che sia abhorrrito per se stesso. S’è detto di sopra che spesse volte la sola erubescenza è grave pena, massime in un’animo nobile, et non senza cagione, perche se la bacchetta adolora il corpo, la riprensione fatta à tempo penetra et punge l’animo, il quale è più sensitivo. À questo proposito mi sovviene che il glorioso san Basilio nelle sue regole monastiche parla delle correttioni, et castighi che si devono dare à i giovanetti monaci, et per esser dottrina utile alla nostra materia, ne riferirò in sostanza una buona parte, che se bene noi non alleviamo monaci, nondimeno questo si deve haver per certo, che i primi fondamenti d’ogni lodevole instituto di vita si hanno à gettare nella casa paterna. Vuole adunque il santo, che gli errori de putti si emendino in tal modo, che l’istesso castigo del peccato, diventi insieme al fanciullo scuola, et esercitatione, dice egli, onde apprenda à superar quella passione dell’animo, per la quale è caduto, come per essempio, si sarà adirato contra un compagno suo, la pena sia di dover servire l’offeso à proportione della gravità dell’eccesso, per ciò che dice il Santo, questa humiliatione tronca et reprime l’alterezza dell’animo, laquale è quella che spesse volte ci fà iracondi. Ha mangiato prima del tempo debito? stia digiuno sino à gran parte del giorno; si vede che mangia più del dovere, e scompostamente, sia astretto nell’hora del cibo, stando egli digiuno, à riguardar quelli che mangiano moderatamente et con creanza, cosi verrà ad esser castigato con l’astinenza, et ad imparar la modestia; si ha lasciato uscir parole di bocca otiose, ò ingiuriose contra il prossimo, ò bugia ò altra cosa tale prohibita? castighisi parte co’l digiuno, parte co’l silentio, et cosi impari ad esser savio. Sino à qui è dottrina di san Basilio, la quale hò voluto riferire, acciò il nostro padre di famiglia intenda, che vi sono de gli altri modi di castighi, oltre le sferzate, et che principalmente si deve attendere à medicar la passione dell’animo, la quale cagiona il male, applicando medicine contrarie all’humor peccante, per dir cosi, come quel santo padre correggeva la superbia de i suoi novitii, con gli atti di mortificatione, et abbassamento, la gola co’l digiuno, et il soverchio, et inconsiderato parlare co’l silentio. Et per non ripeter le medesime cose più volte, dalla medesima dottrina di quel gran Dottore apprenderanno anchora i maestri, il modo di correggere i loro discepoli, che non sempre è necessario che sia co’l flagello, come si è detto.