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LIBRO |
ama, teme di non far cosa che dispiaccia al suo caro padre. Non nego però, come si disse da principio, che si deve tal volta metter la mano alla sferza, massime che può essere che vi siano nature più dure dell’ordinario, con le quali sia necessario far quello che il savio dice: Inclinagli et piegagli la cervice et il collo, mentre egli è giovanetto, et percuotegli i fianchi mentre è putto, acciò non si induri, et non voglia poi ascoltarti, onde havrai acerbo dolore nell’anima tua, con le quali parole di percuotere i fianchi, par che mostri una straordinaria durezza; et con questi tali anchora per non indurarli maggiormente, crederei che le battiture dovessero essere rare, se ben forse alquanto più sensibili, et che apportassero maggior dolore. In somma sempre che il buon padre vorrà battere il fanciullo, mandi avanti per guida non la collera cieca, ma la ragione discreta; et per tanto sono da biasimare i padri, et i maestri i quali senza riguardo alcuno percuotono i figliuoli et fanciulli in qualunque parte del corpo, massime nel capo, sedia et albergo principale di tutti i sentimenti, et dove la natura ha fabricato gli instrumenti che hanno à servire alle più nobili operationi dell’anima, et tal volta ò sospendendo, et sollevando il povero fanciullo nell’aria, per i capelli, ò percotendoli il capo nelle mura, ò dibattendolo nelle banche, ò con ferocità et inconsideratamente flagellando il viso et gli occhi, non solo lo stordiscono, ma lo deformano et ne suole seguitare anchor un’altro inconveniente, che ò il padre restinto l’ardore dell’ira, et succedendo l’amore, si pente di quello che hà fatto, ò i parenti et congiunti del fanciullo se ne sdegnano co’l maestro, et nell’un modo, et nell’altro si cade nell’altro estremo, di non voler mai più battere, ne permettere che altrui batta il fanciullo, il che nuoce poi in molte maniere, che ciascuno per se medesimo può considerare.
De i varii modi della correttione et castighi puerili. Cap. VIII.
Non solo deve il nostro padre di famiglia astenersi da i sudetti modi furiosi, et bestiali nel castigare il figliuolo, ma deve anchora considerare che questo non è l’unico ne meno è sempre il migliore, et più conveniente rimedio per correggere il figliuolo, et però non si creda d’haver subito satisfatto all’offitio suo per haverlo battuto, perche il fine del castigo paterno, come altrove si è accennato è il frutto della vera emendatione. Hor cosi come varii mali si curano da i medici intelligenti con varie medicine, cosi anchora con varii castighi si può et deve correggere il fanciullo,