Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 36

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Come parimente devono esercitarli in ogni maniera di virtù. Cap. XXXVI.

Et perche come altrove si è detto, le cose de’ putti, quantunque piccole rappresentano le grandi de gli huomini, et tra essi fanciulli sono proportionatamnte negotii, commertii, contratti, promesse, patti, differenze, et liti, delle quali il maestro è giudice, procuri che si avvezzino ad esser veridichi, à non giurare, à non dir ingiuria, à non percuotere, à non torre cosa alcuna violentemente, à render à ciascuno il suo, à conservare le cose prestate loro, si che non le guastino, ne peggiorino, à renderne gratie, à osservar le promesse giuste, à non calunniar alcuno ingiustamente, et altre cose tali, lequali il maestro deve difinire, et castigare i delinquenti, quasi con una forma giuditiale, cercando che il fanciullo sia per quanto si può, capace della giusta punitione, et parimente della giustitia della sentenza data dal maestro, et ad essa si acquieti, percioche se gli huomini speculatori delle opre della natura, hanno ritrovato sino ne gli animali, et fra i più piccoli, come api, et formiche, hanno dico ritrovato forma di republica, et di giuditii, quanto più con gli huomini, che sono più sociabili di tutti gli altri animali, et hanno continuamente da contrattare [p. 147v modifica]insieme, conviene dalla prima fanciullezza introdurre una buona forma di republica et assuefarli ad esser giusti? Scrivono i scrittori Greci de’ Persiani, dico di quegli antichissimi, che insegnavano à i fanciulli la modestia, l’obedienza verso i magistrati, et lo esser continenti circa il mangiare et il bere, nella osservanza delle quali cose giovava loro grandemente il buono esempio de’ loro maestri, et de gli altri vecchi, i quali parimente vedevano obedienti, modesti, et temperanti. Insegnavano anchor loro la giustitia, nella maniera che havemo detto di sopra, risedendo i maestri come giudici, et giudicando le querele, et accuse loro, come di furto, di rapina, di violenza, d’inganno, di ingiurie di parole, et altre cose tali, castigando quelli che erano convinti di haver fatto ingiustamente et non meno castigando quelli che calunniosamente havevano accusato. Et in particulare si narra che teneano giuditio tra i fanciulli del peccato della ingratitudine, et se trovavano che alcuno havesse potuto esser grato, et non l’havesse fatto, lo punivano severamente, havendo opinione che gli ingrati sono negligenti, et inconsiderati di far il debito loro verso Iddio, verso i genitori et la patria, et gli amici, et stimavano esser compagna della ingratitudine la imprudenza, et la sfacciataggine, laquale poi è una guida à tutte le cose brutte et inhoneste. Hor se costoro che non conoscevano Iddio, come noi lo conosciamo, havevano tanta sollecitudine d’imparar à i fanciulli la giustitia, tenendo schuole, et esercitii cotidiani di questo, che doverà far il maestro Christiano? per certo troppo grave error saria, insegnar loro à parlar congruamente secondo le leggi della Grammatica, et non insegnar loro à operar giustamente secondo le leggi di Dio, sì come se ne duole cordialmente il glorioso S. Agostino nelle sue confessioni dicendo fra le altre molte queste affettuose parole, Vide Domine Deus, vide quomodo diligere observent filii hominum pacta literarum, et syllabarum, accepta à prioribus locutoribus, et à te accepta aeterna pacta perpetuae salutis negligant? cioè Vedi Signor Iddio, vedi come diligentemente i figliuoli de gli huomini osservano i patti delle lettere, et delle sillabe ricevuti da i primi parlatori, et non curano gli eterni patti della perpetua salute che da te hanno ricevuti? Non è poi necessario ricordar in particulare al maestro, che avvezzi i suoi scolari alle buone creanze, honorando i maggiori, facendo quegli atti di riverenza che à giovanetti costumati si richiede, et stando con tutto il corpo, et massime con gli occhi, et con la bocca composti, osservando silentio, et guardandosi da ogni minima parola non solo inhonesta, ma ne anco indecente, percioche queste, et altre cose simiglianti ciascuno intende, che s’hanno à fare, et di sopra se n’è [p. 148r modifica]ragionato bastantemente co’l padre di famiglia, ma se ne fa un cenno anchor qui, acciò il maestro supplisca dove fosse bisogno, al mancamento, ò quello che più desidero, acciò aiuti et promova la diligenza paterna.