Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 135
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Della utilità de i sudetti punti, et delle orationi chiamate iaculatorie. Cap. CXXXV.
Questi istessi punti, ci potranno apportar materia di far oratione mentale più lungamente quando ci sarà opportuno. Ma quando pure per le occupationi humane, et varii accidenti di questa penosa vita, non ci fosse permesso lungo tempo per ritirarci, almeno non si lasci mattina, et sera di far un poco di raccoglimento del nostro cuore, secondo il modo detto di sopra, et sentirà ciascuno giovamento mirabile, di questa poca preparatione et meditatione matutina, et vespertina, et più lieti, ne passarà i giorni, et più quiete le notti. Et benche i negotii, et occupationi terrene si dovriano prendere con tal misura, che non ci impedissero il negocio della salute, et la cura principale dell’anima, nondimeno niuno si può escusare di non fare oratione per carestia di tempo, percioche la mente nostra è libera, et può sempre levarsi in Dio mentre anchora le mani stanno esercitandosi in alcun lavoro. Oltra che un movimento solo della voluntà, che amorosamente si volge à Dio, un sospiro casto, che prorompe dall’intimo del cuore, un dir solo con vero affetto, Signore, et Dio mio miserere di me peccatore, una cotale brevissima oratione sarà spesse volte di tanta efficacia, che avanzarà le molte lunghe, fatte con tepidità, et negligenza, et queste sono quelle orationi chiamate iaculatorie, che a guisa di saette, sospinte dall’arco d’un cuore humile, et acceso di amor di Dio, volano velocissimamente al Cielo. Et di queste tali soventi volte il giorno si doveria armar il christiano, come per esempio, quando comincia un negocio, quando ha à parlare per cosa di momento, quando si vede assalir da qualche tentatione, et finalmente per riaccendere in noi medesimi et tener vivo il fuoco dell’amor di Dio, perche noi siamo in questa valle di lagrime, dove da ogni lato soffiano venti crudeli, che di continuo lo raffreddano.
Adunque il nostro padre di famiglia, avvezzi pian piano il figliuolo à questi santi esercitii, et prima faccigli imparare à mente i sudetti punti. Secondariamente giovarà assai che il fanciullo veda il padre suo medesimo che mattina et sera si presenta avanti à Dio, dica tal volta il padre con voce alta, à bello studio, si che il fanciullo intenda in atto di oratione, et vada ripetendo fra giorno alcuno de i punti detti di sopra, come per cagion d’esempio, Iddio mio, datemi gratia che io non v’offenda. Iddio padre delle misericordie vi ringratio di tutti i benefitii che vi è piaciuto di farmi, et simili, per ciò che il fanciullo per se stesso apprenderà di imitare il padre, et poi di mano in mano, cominciarà il fanciullo à pronuntiar alcuna di quelle orationi, in atto divoto avanti il santissimo Crucifisso, come verbi gratia levandosi la mattina dica uno ò due punti in persona propria, con semplici et brevi parole, dicendo, Christo mio io mi dedico tutto alla Maestà vostra questo giorno. Proponga anchora di non voler quel giorno commettere, aiutato da Dio, alcun diffettuzzo, nel qual soglia cadere et ne sia stato ripreso, et cose tali. In somma à poco à poco si avvezzarà talmente che quando sarà grande non sentirà fatica, ma con suavità farà l’esamine della conscienza et l’altre cose. Et questo ha da essere lo studio del padre, non di voler che il fanciullo faccia ogni cosa ad un tratto, nè meno ad una determinata tassa, come chi lavora ad opera, ma deve dolcemente cercare di farlo innamorar del bene, si che se ne diletti il fanciullo, et operi con gusto, et con lento, et occulto accrescimento venga à tale, che acquisti il buon habito, per il quale poi si opera perfettamente con facilità et con dilettatione.