Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 132

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Della cura paterna circa il santo esercitio dell’oratione; et prima del tempo, et del luogo. Cap. CXXXII.

Ma per discendere hormai più in particulare alla cura, et diligenza paterna circa l’oratione, et spetialmente circa il tempo, e il luogo di farla, dico che una delle cose più necessarie nella vita humana, et nel buon reggimento della famiglia, è la dispensatione del tempo, il quale ben che sia brevissimo, et velocissimo, nondimeno se è compartito con giuditio, et con discretione, supplisce à molte operationi, come per esperienza si vede nelle congregationi bene ordinate de’ religiosi. Per tanto nelle operationi domestiche è da fuggire ogni confusione, assegnando à ciascheduna il suo debito tempo. Et poi che la oratione è una attione tanto necessaria, et importante, quanto dimostrato habbiamo, sarà ben giusto, che delle ventiquattro hore, che il giro di ciascun giorno ci concede, almeno una se ne assegni à questo santo esercitio della oratione, rimanendo tanta parte alla cura moderata del corpo, et à gli esercitii, et negotii humani. Ma quale di queste hore sia più commoda perche la famigliuola si raccolga [p. 114r modifica]come à mensa, per pascersi di cibo spirituale, tocca alla prudenza del padre di famiglia, considerato l’ordine della casa, et le circonstanze particulari à determinarlo; ma generalmente parlando quell’hora che più è rimota dalli strepiti, et da i commertii, per cagion de i quali molti vanno, et vengono in casa, quella per ordinario sarà più opportuna; percioche per far oratione è molto necessario haver la mente quieta, et non haver cose che ci desviino, poi che una delle maggiori difficultà, massime à quelli che non sono bene esercitati, si è il raccogliere, et unire l’anima nostra, sparsa per i sensi, et per le varie cogitationi, che la distraggono. Quindi è che i luoghi rimoti, et solitarii, et le hore manco strepitose, come sono quelle della notte, ci aiutano non poco per esser meglio disposti à far oratione. Crederei adunque che la sera dopo il segno dell’Ave Maria, quando appunto la santa Chiesa ci invita, et le occupationi del giorno in buona parte cessano, fosse tempo proportionato per questo santo esercitio. L’istesso dico della prima hora del giorno, et dell’aurora, massime nella stagione di state, nella quale anchora si potria deputar il mezzo giorno, per far resistenza al demonio meridiano, che in quel punto è più infesto. È però da sapere che quanto maggiore è l’intervallo dopo il cibo, et quanto più il capo è purgato da i vapori, che si sollevano da lo stomaco, tanto l’huomo sarà meglio disposto à far oratione. Et perche, come s’è detto poco innanzi, la conditione del luogo fa assai, torno à ricordare quello che altre volte mi pare haver detto, cioè, che in ogni casa di christiano, ma almeno in quelle de i nobili, che sono spatiose, et grandi, vi dovrebbe essere un piccolo oratorio, secondo il numero de gli habitatori, deputato solo al culto divino; percioche essendo noi huomini d’anima, et di corpo, et non spiriti nudi, apprendiamo le cose per mezzo di quei sensi esteriori, et maggiormente i fanciulli, di maniera, che l’aspetto solo del luogo, dove si fa oratione, move una certa riverenza, et divotione, tanto più essendo ornato decentemente, et con sante imagini, et con alcuna lampada accesa; le quali cose tutte giovano à far ritirar l’anima in se medesima, et ad applicarsi con maggior attentione à questo offitio. Ma perche molte sono le insidie di Satana, per tanto per evitar ogni scandalo non mi par essere espediente, massime dove le famiglie sono numerose, che tutti insieme huomini et donne si ritrovino nell’oratorio, etiandio che potessero stare divisi, se però la divisione non fusse tale, che punto non si vedessero, ma in ogni modo mi par meglio che il padre di famiglia ori con gli huomini, et la madre di famiglia con le donne in tempi distinti; et se gli appartamenti separati, come ne i nobili palagi avviene, havranno parimente luoghi diversi, sarà anchor meglio. Tuttavia se per [p. 114v modifica]il piccolo numero de’ famigliari, ò per altra cagione, paresse al padre di famiglia, che tutti di casa si trovassero presenti nel medesimo luogo all’oratione, avvertisca almeno, che sempre vi sia luce nello oratorio, et egli stia in parte, ove commodamente possa vedere tutto quello che si fa da ciascuno.