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Appendice III. Le ultime ricerche sugli Etruschi e la fondazione del Museo topografico dell’Etruria a Firenze

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Appendice III. Le ultime ricerche sugli Etruschi e la fondazione del Museo topografico dell’Etruria a Firenze
Arte etrusca - III Arte romana
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APPENDICE III.


Le ultime ricerche sugli Etruschi
e la fondazione del Museo topografico dell’Etruria a Firenze.


Molte scoperte delle antichità etrusche non vi furono in questi ultimi anni, ma piuttosto vi fu coordinamento scientifico di quelle già esistenti. Le varie scoperte sono state pubblicate sulle Notizie degli scavi, della R. Accademia dei Lincei in Roma: gli studi più importanti furono continuati nella parte archeologica ed epigrafica dal Gamurrini, dal Milani, dal Ceci e da pochi altri1, nella parte glottologica soprattutto dall’illustre prof. Elia Lattes, di cui si è già parlato2. [p. 167 modifica]

Ma uno dei fatti più importanti è quello dì coordinamento delle antichità già esistenti, raccolte con cura intelligente e paziente a Firenze al Museo etrusco dall’illustre suo direttore professor L. A. Milani.

Già per merito dell’immortale abate Lanzi, dello Zannoni e del Migliarini si erano costituite le RR. Gallerie di Firenze, da un lato le prime collezioni egizie, dall’altro le prime collezioni etrusche, divise fin dal tempo del Lanzi per serie e per soggetti, perchè servissero alla storia dell’arte e allo studio intrinseco delle antichità.

Ma gli oggetti, per l’incremento dato alla collezione sotto la direzione generale del compianto Fiorelli, erano ormai pigiati nel locale angusto di via Faenza, e solo nell’anno 1879 per la tenace energia del R. Commissario prof. Pigorini trovarono più degna sede nel Palazzo della Crocetta, che è tuttora quello contenente il R. Museo archeologico di Firenze.

La distribuzione delle antichità era stata fatta seguendo il sistema pratico del Gamurrini, della distinzione per serie, adottando poi l’ordinamento geografico e topografico nel classare gli oggetti entro le singole serie.

Ma il Milani, riconoscendo l’utilità se non più pratica, però molto più scientifica (ed ora di capitale importanza per le indagini sulle origini e sulla propagazione della civiltà degli Etruschi), che era stata propugnata dal Genarelli, ebbe l’idea felice di attuarne l’ordinamento topografico, che fino allora era stato, per le ragioni suaccennate, messo in disparte e abbandonato.

Il Milani opportunamente cita nel suo magistrale lavoro sul Museo topografico dell’Etruria3 i criterî che avevano determinato il Genarelli a proporre di preferenza la distribuzione geografica e topografica delle antichità etrusche, e tali criterî il Milani ripresenta come base del suo programma scientifico.

“Fermo il principio — scrive il Milani -― che negli avanzi sculti e figurati compresi nel campo dell’archeologia, si ha una miniera di documenti atti a svelarci la vita, le costumanze, le fasi di prosperità o di decadimento di un paese o di un popolo, l’ordinamento più razionale e più utile di un Museo si è quello in cui i monumenti sieno disposti geograficamente, nè già divisi per serie generali; ma, al contrario, lasciata da parte la classe a cui appartengono per la forma, per la materia e per l’arte, si trovino riuniti insieme e sistemati in complesso tutti quelli che spettano ad un dato paese, il quale potrà solo in siffatta guisa essere, per mezzo della scienza archeologica, più sicuramente e più logicamente studiato e messo in evidenza„ (op. cit., pag. 14). [p. 168 modifica]

Conseguentemente a questi concetti, il Milani, avendo materiale archeologico a sua disposizione molto maggiore dei precedenti, ordinò i monumenti di provenienza etrusca nel pian terreno del Palazzo della Crocetta, in diciasette sale, ove figurano i principali centri della civiltà etrusca raggruppati intorno alle città rispettive.

I centri rappresentati nel Museo sono: Vetulonia sul Poggio di Colonna nelle prime tre sale: prima sala delle tombe a pozzetto, seconda sala delle tombe a circolo, terza sala del tumulo della Pietrera; Populonia (terza sala insieme con gli oggetti precedenti); Volsinii (quarta sala), comprendente le antichità di Orvieto e di Bolsena; Cortona, Arretium (Arezzo) con la celebre chimera in bronzo e la Minerva; Volaterra (Volterra), Chiusum (Chiusi) nella quinta sala, e Chiusi continua nella sesta sala, ove sono raccolti i monumenti iconici, specialmente i cosidetti Canopi chiusini (ved. tav. 30 di questo Manuale), e nella settima, ove vi è disposta la Collezione Vagnonville.

L’ottava sala conteneva le antichità di Luna, l’antica Luni, e la nona quelle di Falerii, corrispondente a S. Maria di Falleri. Tuscania, corrispondente a Toscanella, ci presenta il suo bel leone di nenfro nella sala decima. Di Visentia, o Visentum sul luogo dell’attuale Bisentium si può seguire la storia e le tracce dalle origini fino al secolo V a. C., per mezzo soprattutto della ceramica nella tavola undecima. La sala duodecima contiene i frantumi del tempio e le altre antichità minori di Telamone. Seguono poi le antichità di Tarquinii nella sala decimaterza, e da questa si passa molto più lontano nella decimaquarta, ove sono raccolti tutti i monumenti antichi, compresi, oltrecchè nell’àmbito della città di Volci (Vulci), anche nel territorio fra l’Albegna e l’Arrone, cioè la Pescia (romana) Succosa, Marsiliana, Poggio Buco, Pitigliano, Suana.

Seguono poi tanto nel Cortile, (XV), quanto nelle sale decimasesta e decimasettima le antichità di Florentia. Nel cortile vi sono esposti i resti architettonici, nella sala decimasesta la casa repubblicana e le terme attigue, mentre nelle ultime sale il Milani raccolse tutte le antichità primitive di Firenze, siano esse etrusche, siano anche romane, con le quali finisce la distribuzione topografica del Museo etrusco di Firenze.

Note

  1. Molti scritti pubblica l’avv. Giuseppe Fregni di Modena sulle iscrizioni etrusche ed umbre, sulla Grotta di Corneto Tarquinia, sulla Colonna di Foca (1897-1900), ma lascio agli specialisti in materia il giudizio sul merito scientifico dei suoi lavori.
  2. Cfr. pag. 117-118.
    Fin dal 1893 uno degli alunni del Lattes, il dott. Bartolomeo Nogara, già citato, (cfr. pag. 118), raccolse calchi e disegni di iscrizioni etrusche da lui fatti nel Museo di Perugia, (1° viaggio epigrafico 1893), e un primo manipolo di iscrizioni messapiche depositate con quelle etrusche presso la R. Accademia Scientifico-Letteraria nel 1895 (2° viaggio epigrafico). Incoraggito dai premi Lattes, il dott. Nogara continuò le sue ricerche e le sue collezioni di calchi e disegni per gli anni successivi in altre città dell’Etruria fino all’anno scorso (3° viaggio 1896; 4°, 1897; 5°, 1898; 6°-7°, 1899; ved. Relazioni nell’Annuario della R. Accademia Scientifico-Letteraria, dall’anno 1894 fino al 1900.
  3. L. A. Milani, Museo topografico dell’Etruria. Firenze-Roma, Bencini, 1898.