Trattato completo di agricoltura/Volume II/Piante da frutto/6

Educazione della pianticella nel vivajo

../5 ../7 IncludiIntestazione 10 novembre 2023 100% Da definire

Piante da frutto - 5 Piante da frutto - 7
[p. 136 modifica]

educazione della pianticella nel vivajo.

§ 872. L’ulivo non deve essere piantato ne’ campi se non quando abbia raggiunta almeno l’età di sette anni di vivajo, o meglio ancora i dodici o quattordici anni parimenti di vivajo, come si dirà in seguito. Questa pianta, a differenza di moltissime altre, e specialmente di quelle a radice profonda, non soffre pel tardo ripiantamento poichè, invece di fare poche e grosse radici, tende a munire la base del proprio tronco di spesse e sottili radici, ond’è che può senza alcun danno piantarsi tardi nel campo, avendosi per tal modo tutto l’agio di dare previamente la dovuta forma al tronco ed ai ramicelli superiori destinati a divenire le principali diramazioni.

A tale scopo dopo il quinto anno di vivajo, le giovani pianticelle che erano distanti fra loro 0m,80, vengono diradate levandone una ogni due alternativamente, risultando poscia per conseguenza la distanza di 1m,60. Colle pianticelle levate si forma un nuovo vivajo, nel quale si conserva parimenti la distanza di 1m,60 fra le piante. Ridotti i giovani ulivi in questo secondo vivajo se ne procura l’allungamento e la buona formazione della cacciata principale, che è il futuro tronco, senza togliere i ramicelli laterali che sorgono in basso, ed accontentandosi di spuntarli onde maggior vigore si concentri in essa. Ben stabilito il tronco dopo due anni si levano i ramicelli del terzo inferiore del tronco, indi dopo altri due quelli del terzo di mezzo e nel sesto o nel settimo tutti gli altri superiori sino alle principali diramazioni. — Quando si voglia piantare ulivi di sette anni di vivajo abbisognerà togliere le cacciate laterali che crescono almeno sulla metà inferiore del tronco, facendo nel campo le altre operazioni che servono a formare la pianta.

L’altezza del tronco varia secondo che il suolo sia più o meno fresco e sostanzioso. Dove l’ulivo è in terreni fertili e cresce rapidamente si potrà dare al suo tronco un’altezza di circa 1m,50; ma se si volesse dare questa altezza a quelli obbligati a vegetare in terreni aridi e poco profondi, avverrebbe che, per mancanza di abbondante nutrimento, la pianta tenderebbe piuttosto a mandar polloni dalla base, che a [p. 137 modifica]spingere l’umore in alto pei rami, a scapito del prodotto in frutti. In quest’ultimo caso adunque si dovrà dare al tronco un’altezza di circa 0m,80: lo stesso si farà nelle località esposte ai venti, e nell’ultima zona ove è possibile la coltivazione dell’ulivo.

Tra le molteplici forme che vennero date alla pianta dell’ulivo sembra che la migliore sia quella di un cono rovesciato, vuoto nel mezzo, come si dà comunemente ai gelsi ed agli agrumi, essendo questa la forma che permette un più libero ingresso dei raggi solari anche nell’interno delle ramificazioni. Per disporre l’ulivo a questa foggia nel vivajo, in cui le piante siano a 1m,60, nella primavera del terzo anno si taglia in A la cacciata principale, immediatamente sopra i quattro primi rami opposti che sorgono a quell’altezza cui vuolsi stabilire il tronco (fig. 195). I rami lasciati nella primavera del quarto anno presentansi ciascuno come alla figura 196, ed in allora si troncano in A le cime di questi rami, servendosi del ramoscello B per prolungare la ramificazione in senso meno orizzontale; si sopprime intieramente il rametto C, e si accorciano alcun poco gli altri D. Così alla primavera del quinto ciascuna ramificazione principale sarà disposta come [p. 138 modifica]alla figura 197; in allora si troncano in A i rami, appena sopra due rami laterali B, la quale operazione riduce nel sesto anno i rami come lo dimostra la figura 198. Le due ramificazioni A, siccome troppo divaricate fra loro, vengono tagliate nel punto B, servendosi dei rami C per allungarle, togliendo li opposti D, perchè l’uno d’essi si porterebbe troppo esternamente, e l’altro troppo internamente.

Formate queste otto principali ramificazioni intorno al tronco, può dirsi compita l'intelajatura della successiva forma della pianta, la quale dopo sette o nove anni di questo secondo vivajo, comincia a portar frutto e deve essere trapiantata nel campo.