Trattato completo di agricoltura/Volume II/Piante da frutto/7
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dell’impianto dell’ulivo.
§ 873. Prima di procedere all’impianto dell’ulivo importa esaminare attentamente la disposizione e la qualità del terreno, imperocchè l’ulivo può formare l’esclusiva coltivazione d’un dato pezzo di terra, e può essere anche frammisto ad altre coltivazioni, come avviene del gelso. I terreni magri, poco profondi, aridi e molto pendenti è meglio piantarli interamente ad ulivo, poichè gli altri prodotti vi farebbero tristissima prova. Nei terreni pingui e piani è meglio coltivare l’ulivo in filari intramezzanti altre coltivazioni, oppure piantarli nel circondario de’ campi.
Quando il terreno abbia una pendenza appena tale che le piogge possano guastare il terreno smosso, o trascinare in basso la miglior terra ed il concime, converrà disporlo in tanti ripiani o gradini, più o meno larghi a seconda della minore o maggior pendenza, ma che però non lo siano meno di metri 3,00. Se il declive sarà poco sensibile si disporrà in modo che la piantagione abbia una direzione dal basso in alto. Precisato poi il modo col quale s’intende fare la piantagione si passerà a preparare il terreno e le fuoppe. Epperò si farà precedere nell’estate un profondo lavoro, tale da mondare la terra dai grossi ciottoli e dalle erbe cattive, indi si caveranno le buche. Queste buche devono essere quadrate, e più o meno grandi secondo che l’ulivo che vi si pianta abbia un maggior o minor numero di radici; avvertendo che nei terreni compatti, o troppo sassosi si devono fare buche più grandi, onde preparare una maggior quantità di terreno smosso, soffice e mondo di ciottoli.
Se vuolsi consacrare intieramente il terreno alla coltivazione degli ulivi, questi dovranno avere tra loro una distanza tale che una pianta all’epoca dell’equinozio di primavera, non possa far ombra a quella che gli sia piantata davvicino, in direzione da mezzodì a tramontana: ordinariamente 5m,00 bastano a tale scopo. Se il terreno è disposto in ripiani o gradinate, basta fissare la distanza fra gli ulivi di ciascun ripiano, poichè difficilmente quelli del ripiano inferiore possono ombreggiare quelli del superiore. Se l’ulivo vien frammisto ad altre coltivazioni, ciascuna linea sarà distante 10m,00 circa dall’altra, e le piante 7m,00, mantenendo la direzione da mezzodì a tramontana. Se gli ulivi si piantano soltanto nel circondario dei campi, dove riescano in direzione da Levante a Ponente, basterà mantenere fra loro una distanza di metri 4,00.
Preparate adunque nell’estate le buche larghe 0m,50, e profonde 0m,70, le piogge e l’aria bonificheranno la terra estratta e quella del fondo, e, se il clima sarà arido ed il terreno sciolto, si disporrà per la piantagione avanti l’inverno, e se invece il clima sarà piuttosto freddo ed il suolo compatto sarà meglio piantare nella primavera seguente. Arrivato poi il momento opportuno per l’impianto si muoverà la terra del fondo della buca, e si preparerà il concime adattato per questa coltivazione. — A tale proposito importa richiamarsi alla mente che cosa noi vogliamo dall’ulivo, e che l’olio abbonda d’idrogeno e di carbonio; e che gli è inutile un concime molto azotato. I tortelli residui delle materie che danno olio, le raschiature ed i frantumi di materie cornee, le penne, i graspi d’uva già fermentali e che abbiano perduta gran parte dell’azoto che contengono, e le ossa vecchie frantumate sono eccellenti concimi per l’ulivo, e sin da tempi antichissimi venivano indicati come i più efficaci da una lunga pratica.
Le piante provenienti da vivaj di 12 o 14 anni saranno le migliori perchè maggiormente fornite di radici; e meglio ancora sarà se le dette piante saranno diggià innestate o provenienti da talee, poichè in allora vi si potrà lasciare il fiocco già allevato come si disse nel vivajo stesso. Le piante selvatiche ed i polloni levati dal ceppo delle piante, come anche quelle ottenute dagli uovoli, e che abbiano già subito l’innesto ma che siano di soli 7 anni di vivajo, si dovranno in seguito troncare a quell’altezza che trovasi più conveniente, per poi dirigerne, col taglio dei primi anni, la forma delle diramazioni.
Da qualunque luogo si levi l’ulivo da piantare, gli si deve conservare più che si può le piccole radici, le quali sono quelle che più facilmente mantengono viva la pianta, e che più presto la mettono a frutto. Nel fondo della fossa ed all’intorno si disporranno alcuni ciottoli perchè l’acqua scoli più liberamente, tanto più se il terreno fosse compatto e piano. Nel mezzo si farà un rialzo con buona terra sul quale si adagerà la pianticella, procedendo come s’indicò pel gelso (§ 586, Vol. I). Nei terreni sciolti e nei climi asciutti si lasci un piccolo invallimento presso le piante e lungo tutta la linea, acciò nel primo anno vi si fermi dippiù l’umidità delle piogge; questa depressione devesi ricolmare colla terra dei bordi verso il finire dell’estate. Nei campi intieramente piantati ad ulivo, non si dovrebbe coltivare alcun altro prodotto, e soltanto coll’aratro, colla vanga, o colla zappa, secondo che il terreno lo permetta, continuare a tenerlo mondo e soffice. Dove il terreno sottoposto è coltivato, come succede quando l’ulivo è piantato in filari distanti 10m,00, oppure che stia lungo il circondario dei campi, le operazioni di coltura che esigono i prodotti sottoposti, specialmente i sarchiati, serviranno anche per l’ulivo. Sicure saranno le piantagioni fatte nei terreni irrigabili, e sicure potrebbersi rendere anche quelle d’altri terreni, quando negli estati troppo aridi, con qualche spesa, che è sempre ben compensata, si inaffiassero abbondantemente.
In seguito gli ulivi che sono frammisti ad altre coltivazioni ricevono gl’ingrassi di quelle; e quelli piantati in luogo separato, senz’altra coltivazione, devono essere concimati almeno ogni due anni, usando, quando non vi fosse altro, di sovesci vegetali con lupini, fave, ecc. Importerà poi sarchiare frequentemente il terreno, e rincalzare le linee pel lungo, con terra levata nel mezzo di esse, servendo questa a coprire e nutrire le tenere radici superficiali dell’ulivo, ed a mantenere il terreno fresco ed asciutto, defluendo l’eccessiva umidità pel solco di mezzo alle linee. S’abbia cura ciononpertanto di non rincalzare di troppo presso il tronco onde non aumentare la tendenza, già naturale dell’ulivo, di emettere numerosi polloni presso il ceppo ossia presso il collo della radice; oltrechè le radici che devono nutrire la pianta sono sempre le più sottili e quindi le più lontane, epperò inutile e dannoso riesce il rincalzare la base del tronco, che anzi ogni anno dovrebbesi lavorare la terra in modo da allontanarla dal tronco in primavera od autunno, ravvicinarla in estate e nell’inverno; operazione che riesce facile ove possa adoperarsi l’aratro; e che dovrebbesi fare almeno due volte in ogni caso rincalzando in primavera avanzata, ed allontanando la terra all’autunno se il clima è caldo, oppure sul finire del verno dove temasi il freddo. — Quando l’ulivo si trova nel frumento, segale, ecc., dovrà sarchiarsi profondamente subito dopo il raccolto di questi cereali.