Trattato completo di agricoltura/Volume II/Del Melagrano
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del melagrano.
§ 928. Melagrano o Pomo granato (punica granatum, fig. 268), è pianta dell’Africa, trasportata in Italia al momento delle guerre cartaginesi. Ama quindi esposizioni soleggiate, calde e difese dai venti. Nei climi temperati non può essere educato che a spalliera.
Questa pianta ama i terreni sciolti, alquanto asciutti ma non magri, e teme l’umidità. Si propaga per semi posti in semenzajo piuttosto comodo. Nel terzo anno si trapiantano, o s’innestano a spacco in primavera, oppure ad occhio dormiente nell’estate: si può propagare anche per margotta e per talee munite di tallone.
D’ordinario il melagrano si lascia crescere liberamente, o tutt’al più il coltivatore si limita a fissarne i rami contro il muro. Ma, siccome questa pianta mette i fiori sui germogli di mezzana forza, vi si potrebbero applicare quelle norme che abbiamo indicato per taglio del cotogno. In ogni modo poi si dovranno levare regolarmente ogni anno e con accuratezza i numerosi polloni che sorgono dal suo pedale.
Il frutto si raccoglie verso la fine di settembre; aspettando più tardi la corteccia si apre per effetto dell’eccessiva umidità. In settembre però il frutto può considerarsi immaturo. Si conserva fresco e sano sino a mezzo inverno, cogliendolo in giornata serena ed esponendolo al sole per due giorni; poi si colloca involto con carta, in qualche recipiente i cui vani sieno riempiti con sabbia ben asciutta; indi se ne tura l’orifizio con un buon coperchio. Così conservato acquista anche un miglior grado di maturanza.