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232 | del melagrano. |
nesto ad occhio dormiente o vegetante fatto sopra pianticelle di tre o quattro anni, non però sul fusto, ma sui rami che formano le prime biforcazioni. Si avverta però che se il carubo è maschio, se ne lascia un ramo per la fecondazione degli altri, e se invece è femmina, non se ne innesta che uno con fiore maschio. Le pianticelle si levano dal vivajo dopo il quinto o sesto anno. Nel primo anno d’impianto esige umidità e frequenti lavori.
Il taglio di questa pianta si limita alla formazione e buona disposizione dei primi rami, al taglio dei pochi rami succhioni, ed al mantenere un certo qual equilibrio fra il ramo a fiori maschi e quelli a fiori femmine. La pianta deperente la si rinnova col tagliare i rami a 0m,50 dal tronco.
Il carubo comincia a dar frutto due o tre anni dopo dell’impianto; fiorisce in autunno e matura il frutto nell’autunno seguente. Si raccoglie in settembre, quando le silique cominciano a cadere da se stesse, abbattendole con lunghe canne. Dopo il raccolto si stende il frutto in locali ariosi ed asciutti onde ultimarne l’essiccamento, altrimenti entrerebbe facilmente in fermentazione. Nell’Italia questa pianta non potrà mai essere di gran profitto se non dove sia impossibile altra coltivazione e specialmente quella della vite e dell’ulivo.
del melagrano.
§ 928. Melagrano o Pomo granato (punica granatum, fig. 268), è pianta dell’Africa, trasportata in Italia al momento delle guerre cartaginesi. Ama quindi esposizioni soleggiate, calde e difese dai venti. Nei climi temperati non può essere educato che a spalliera.
Questa pianta ama i terreni sciolti, alquanto asciutti ma non magri, e teme l’umidità. Si propaga per semi posti in