Trattato completo di agricoltura/Volume I/Coltivazione della vite/8
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cure nei primi cinque anni dopo l’impianto.
§ 502. Fatto l’impianto dei magliuoli si taglieranno immediatamente colla tanaglia presso terra, in vicinanza d’un occhio ben nutrito. Ho detto immediatamente e colla tanaglia perchè tagliando tardi, o con altro istrumento tagliente ad uso di falcetto, si smuoverebbero le pianticelle o le loro recenti radichette. Nate poi le gemme se ne lasci soltanto una o due. Se però si fossero usate le barbatelle, sarà meglio lasciar loro intiera la cacciata ancorchè piccola, purchè sia sana e monda da seccumi e rametti laterali.
Nei primi due o tre anni si permetta alle giovani cacciate di crescere e serpeggiare liberamente presso terra, sostenendole soltanto a poca altezza, quando lo spazio circostante venisse coltivato. In tal modo la vite invece di fare poche e lunghe radici corrispondenti al tralcio che si suol allevare in alto, ne farà in maggior quantità, e la pianta prenderà maggior vigore. Nella primavera del 3.° o 4.° anno si tagli la vite poco sotto terra, le si levino tutti quei tralci serpeggianti, e quando comincia a germogliare si conservino solo due gemme le più belle, le quali si faranno arrampicare sopra maneggie disposte a tal uopo presso ciascun ceppo. Nel luglio, passato il pericolo che il vento possa schiantare qualcuno dei due tralci che si sono allevati, se ne taglierà il più debole o più tortuoso, per meglio rinforzare il restante. Nel 4.° o 5.° anno questo tralcio si taglia all’altezza precisa cui si vuol tenere il gambo; e così, se nei primi due o tre anni avremo procurato d’aver buone radici, negli ultimi due ci saremo procacciati un gambo liscio, robusto, senza tagli, senza seccumi e senza nodi, per cui la vite soffrirà meno il freddo e l’acqua, gli insetti non potranno fermarvisi tanto facilmente, e non manderà sul gambo così gran numero di cacciate, come succede su quelli allevati a due o tre occhi o nodi per anno.
Durante questi quattro o cinque anni si dovrà colla zappa continuamente tener smossa e monda la terra dalle cattive erbe; poichè la permeabilità di questa è il secondo concime per la vite. Si dovranno rimondare i ceppi dalle cacciate superflue, onde non formino sotterra un capo grosso facile a mettere polloni, nel levare i quali lo si riempie di ferite, guastando in basso il gambo. Così pure queste viti si rincalzino nel verno sotterrandovi le foglie cadute, ed in primavera nel zapparle non si smuova molto profondamente; si levino al ceppo quelle radici che fossero troppo superficiali e si concimi quando occorra.