Traduzioni e riduzioni/Dall'Odissea/I Ciclòpi
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Giovanni Pascoli - Traduzioni e riduzioni (1913)
Dall'Odissea - I Ciclòpi
◄ | Dall'Odissea - I mangiatori di loto | Dall'Odissea - L'isola delle capre selvatiche | ► |
ciclòpi
Quindi seguimmo la rotta, con nuova una pena nel cuore.
E noi giungemmo al paese ch’è dei soprumani Ciclòpi,
de’ senza leggi, che solo fidando nei numi immortali,
mai con le mani nè piantano piante, nè arano il suolo:
ma tutto questo per loro senz’uopo d’aratro e sementa
nasce, sì grano sì orzo sì viti che portano il vino,
vino di grappoli grandi; e la pioggia di Giove, lo cresce.
Essi non hanno consigli, non hanno ragioni comuni;
ma sui cocuzzoli stanno dell’alte montagne, e dimora
hanno entro grotte cavate, ed a’ suoi fa ragione ciascuno,
figli e compagne di letto, e non curano gli uni degli altri.