Traduzioni e riduzioni/Da Orazio/Il voto del poeta

Quinto Orazio Flacco

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il voto del poeta

Che mai nel nuovo tempio il poeta al dio
domanda, mentre versa il vin nuovo dal-
     la tazza, e prega? Non le messi
          4fertili della Sardegna opima,

e non le ricche mandre dell’arsa mia
Calabria, non l’oro Indo e l’avorio, non
     i campi cui con placid’acqua il
          8tacito fiume del Liri rode.

A cui le diè la sorte, si poti le
Calene viti; il ricco mercante in suoi
     bicchieri d’oro beva il vino
          12ch’egli cambiò con le droghe Syre;

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persino al Cielo caro, ch’ogni anno ei va
più volte incolume a rivedere il mar
     d’Atlante. Io ceno con le olive,
          16mangio radicchio e leggiere malve.

O della Notte figlio, a me dà godere
il poco bene mio, con le forze mie,
     con tutta, prego, la mia mente,
          20vecchio, ma sano; e poeta sempre!