Tradizioni popolari abruzzesi/Novelle/Ortona a Mare
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ORTONA A MARE
(11,884 an.)
«...Ortona, da Strabone, nel quinto de situ orbis, è detta Ortonio, antichissima Città, al paro di quante ne sia in quella Provincia, et forsi più, per essere edificata dalle reliquie dell’eccidio di Troia...
...Questa nostra Città è ornata, et possiede un bellissimo et fertile territorio, et in copia per esser terra maritima: have intorno da quattro in cinque miglia di terreno, con alcune valli tutte fertili, ripiene di fontane bellissime, et fresche: ma la maggior parte del terreno è piano, che dura otto, o dieci miglia, per alcune parti, atto molto al grano, anchora che se ne ricoglia poco, et questo perchè le genti non sono atte al seminare, ma solo al piantar vigne, per viver solo di questa mercantia, per esser mezo del nostro terreno vigne. Hanno olio in buona copia, per il che più presto ne vende in quantità, che ne habbia di bisogno di una gocciola. È territorio molto atto al pascolo d’animali, come una Puglia... Vi è anchora caccie d’uccelli et pescagioni d’ogni sorte, et bellissime, e perciò è Città di molto piacere, et solazzo. Non senza ragione dunque piacque molto alli Re di Casa d’Aragonia, il che dimostrava per venir molte volta l’està a starsi qui a diletto, et qui di continuo ogn’anno dava l’imprestanza a gl’huomini d’arme, ove finalmente lasciò la comodità del porto, perciocchè partendosi da Ancona, per infino a Bari, non si trova porto più comodo di questo, con poca spesa si potrebbe uno sicuro, et bel porto fabricare; perilchè mai mancano navilii, d’ogni traffico, et per ogni parte del presente Golfo, per questo è molto atto alla mercantia. Adunque meritamente il compendio del Regno ha posto questa nostra città tra le sette famose città del Regno, essendo da ogni parte nobile, et antichissima...» Dalla «Traslazione e miracoli — del — glorioso apostolo di N. S. G. C. — S. Tommaso — descritta [sic] dall’Eccellente M. — Gio: Batista De Lectis di Ortona — Opuscolo — ristampato per cura del rev. sac. A. Napoleone — e degli editori Fratelli Bacher — Ortona, 1879 — , pagg. 7-8.»
L’Opuscolo (di pagg. 64) è stato ristampato sulla edizione del 1576, fatta in Fermo da Astoldo De Grandi.
Do un elenco di parole e di modi adoperati nell’importante documento; segnando con un asterisco le parola tuttora nel nostro uso.
Abbuttinato, ammutinato — Accenso, acceso — Affettione. *affezzione — A furore populi — Ambidoi - Anchora - Anticho — Apparitione — *Applacare — Appropinquare — Aragònia — *Argentarìa — *Aricommandarsi — Armiraglio — *Arricordare — *Arrogantia — Assuntione — *Audito — Augumentata — Authore — Bonazzoso (Mare) — Bartholomeo — *Calamaro — Corsali — Caroso, caro — Catherina — Cathedrale. *Catredale — *Ce, ci. (Scriverce una lettera. Ce si lavorano mattoni. Acciò ce benefichi. Non ce volere abbandonare) — Centola. *Cènta — Charità. Charo fratello — Chiesia. *Chiesióla — Choro — Christiani. Christo — Ciecho — Cognobbero — Commorare — Confirmatione — Comprobare — Conseglio — *Crillo, cricchio — *De, di, da. (Pieni de infinita maraviglia) — *Decembre — *Destrutto — *Diecessette — Dignissimo — Dilettione. *Dilezzione — * Disgiònto — Doi. Doicento. *Duicento — Durare. (Il terreno è piano, e dura otto o dieci miglia) — Espedire, spedire — *Essaudito — *Esseguire — *Essercitare — Essortare — Et, e — *Ferriata — Fidele — *Forastiere — Francesco, francese — *Furare — *Fusse — Genocchioni in terra. Genocchioni — Gentilhuomini — *Gioco — *Giongere. Gionse — Habitare. Habitante. Habito — Hadriatico — Have, ha. Havere, e derivati — Herede — Heremita — Heretico — Hoggi — Honore. Honorato — Hora — Huomo — Hymno — *Immaculato — Impicciare, accendere. Ora: *Appicciare — Inditio — Indittione — Indulgendo — Infirmità — Insogni, sogni — Instantia — Integro, intero — *Jacovo — *Lamia, volta — *Lassare, lasciare — Laurentio, Lorenzo — Li, ad essi (Una voce che li diceva: lassa stare) — Littera — *Longo — Mandati, comandi — Mercantia — Metheora — Mezano. Mezo — Mogliere — Monacho — *Morse (Si morse: morì) — Mitulo, muto — *Navicare — *Nimico — Nobilire (Quella cosa che più nobilisce le cittadi) — Nonnèlla — Notario, notajo — Officio — Ontione, *Onto — Oratione — Paranzana (Et a Sibinico facendo paranzana, si posero a viaggio) — Passa, passi. Più — Per, da — Poco (La poco cura. La poco stima) — Poi, dopo. (Poi cena) — Pònere, porre — *Ponta, punta — *Populare — Possemo. Possuto — Potìccia (Fontana della — . Ora: Petìccia) — Quale, che, le quali (Fra molte cose quale andava dicendo) — Reprobare — *Ricapare (Ce inviò alcuno devoto sacerdote, quale ricapasse et ricogliesse dagli ardenti carboni et dalle cenere le gloriose reliquie) — Robbato, rubato — Scelerità — *Se, si (Non se vedeva) — *Seculare — Si, se. (Come si da un sonno risvegliato fusse) — *Signale. Signalato — *Singulare — Smaniti. (Al tempo che Lotrecco rotto in Napoli furono smaniti i Francesi) — Solazzo — Spatio — *Spianare, adeguare al suolo — Stérono, stettero — Strengaro. (Mastro Andrea strengaro. Ora: Strénga, stringa) — Summo (Al summo Dio piacque) *Te, ti. (Iddio te ha restituita la sanità) — Terrìto, atterrito — Thesoro — Thieti, Chieti — Thomaso — Timente (Huomo timente Dio) — Trapitari. Ora: *Trappetari, fattojani — Trono, tuono — Vasto Aimone. Ora: Vasto Maimone: Vasto: Uasto — Vastaroli. Guastaroli — Venente (La venente notte) — *Vinti. Vinti doi. Vinti uno — Vole, vuole. Ora: *Vo’ — *Volse, volle — *Voluntà — *Voto, vuoto —
*Confessano. Vedemo. Credemo. Potemo. Dicemo. Sapemo. Dovemo. Volemo. Desideramo. Dicete.
*Accadette. Assalettero. Rendette. Sbattete. Possette.
*Narrarà. Dirrò. Raccontarò. Sforzarò. Collocarò. Vergognarò. Sforzaremo. Rovinaremo — Essortarai. Trovarete. Farete — Rivocarà. Durarà. Sarrà. Visitaranno.
*Dirrei. Basterebbe. Sanarebbono.
Nella parlata ortonese, le vocali toniche, anzichè dittongate, come sovente in molti subdialetti abruzzesi, sono d’ordinario, come i musici direbbero, tenute: cioè con suono prolungato; meno per l’a, la quale, immutata quando è lunga e ne’ monosillabi, allorchè non suona come éé od èè (che è del più pretto, e perciò del più antico ortonese), fa sentire una sfumatura di a, precisamente come ne’ dittonghi distesi; forse per influenza dell’uso colto. Pertanto, l’a di suono ortonese verrà segnata come ê — L’ó ha suono così acuto, che quasi si confonde con u.
Nel Perfetto indefinito e nell’Infinito futuro, gli ausiliari essere ed avere sono ordinariamente soppressi — E così pure a o ad innanzi all’Infinito, sia per elisione, sia senza. Lo che è ovvio nel nostro uso.
Le seguenti novelle mi furono dettate (Agosto, 1880) da Liberata Caccianini, filatrice; e da Vincenzo Musciano, contadino. L’una e l’altro analfabeti.