Timeo/Capitolo XXV

Capitolo XXV

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XXV.

Quanto è alle specie di terra, quella che distilla per acqua, diviene così corpo petroso. L’acqua mista a essa terra, se picchiata è nella sua mischianza, trapassa in aria; e, aria fatta, ricorre su al suo luogo. Ma, non essendoci vuoto, ella preme l’aria che è da presso; la quale, siccome grave, premuta e stesa attorno alla massa della terra, costringe questa fortemente e nelle sedi la caccia di dove si levò su l’aria novella. E la terra, premuta dall’aria sì che scioglier non la possa acqua, fàssi [p. 71 modifica]pietra. Più bella è quella trasparente, che ha parti uguali, liscie, di simile forma; la contraria è più brutta. La terra, se a lei succia ogni umore la rapina del fuoco sicchè ne divenga più secca, si fa ciò che noi chiamiamo argilla. Alcuna volta la terra, rimanendole umore, strutta che è da fuoco e poi raffreddata, diviene la pietra di color nero. E simigliantemente se ella è privata di molta acqua, e ha parti più sottili, ed è salata, condensandosi a mezzo sì che di nuovo la possa sciogliere acqua, e’ se ne fa due cose: cioè nitro, il quale purga olio e terra; e sale, il quale fa che le vivande s’insaporino, e, secondochè dice la legge, è cara cosa agli Iddii.

E si sono densati così poi tutt’i corpi di acqua e terra, i quali non si sciolgono per acqua, ma sì per fuoco. Fuoco e aria non istruggono masse di terra: imperocchè essendo naturalmente le parti loro più piccole de’ vani che sono per entro alla composizione della terra, trapassan senza violenza per queste molte vie spaziose; e, non isciogliendo, la lasciano però soda. Ma le parti dell’acqua, da poi che naturalmente sono più grandi, facendo violento passaggio e dissolvendo, sì la struggono. E così terra, se ella non è serrata, sola acqua la scioglie, e di viva forza; se poi ella è serrata, niuna cosa non la scioglie salvo il fuoco, perchè a niuna cosa non è lasciato entrare, salvo che al fuoco. L’acqua, solo il fuoco la scioglie, se è la pressura, sua molto forte; se no, la sciolgon fuoco e aria, tutt’e due, l’una [p. 72 modifica]spargendosi per entro i vani, e l’altro dislegando infino anco i triangoli1. L’aria serrata di gran forza niuna cosa non la scioglie, salvochè non la sciolga negli elementi2; se non è gagliardamente costretta, la scioglie solo il fuoco3. Adunque ne’ corpi misti di terra e acqua, insino a che l’acqua tiene i vani della terra, se mai la terra serrata sia forte e nuova acqua sopravvenga di fuori, le parti di questa, non essendo lasciate entrare, scorrono di fuori attorno di quelli, e non li sciolgono. Ma il fuoco, entrando le parti sue ne’ vani dell’acqua, e facendo esso fuoco ad acqua ciò che acqua fa a terra e ciò ch’esso fuoco fa ad aria, egli solo è cagione che il misto corpo si sciolga e torni scorrevole. Or avviene di questi corpi che alcuni abbiano più terra che acqua, e son tutte le specie di vetri e pietre, che si sciolgono; altri più acqua, e sono tutti quei corpi densati in forma di cera, e odorosi.

Note

  1. Cioè i triangoli formativi.
  2. Cioè, trasformandola.
  3. Dilatandola, senza che la trasformi.