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lungi da terra; e pruina, se in terra, generandosi di rugiada. Le moltissime specie di acqua miste fra loro, stillanti per le piante figliate dalla terra, in genere, sono chiamate succhi. I quali, diversi essendo per loro diverse mischianze, hanno molte specie senza nome; ma quattro, d’ignea natura, per essere molto parventi, ricevettero nome. Quella che riscalda anima e corpo, si chiamò vino. Quella polita, che ha potenza di discettare la vista, e che splendevole è però a vedere e lucida e nitida, è la olearia: cioè pece e resina e l’olio medesimo e ogni altra cosa dell’istessa possanza. Quella che le mischianze spande entro alla bocca e però porge dolcezza, universalmente per questa virtú sua ebbe nome di miele. Quella che arde la carne e dissolvela, specie spumosa che è notabile fra gli altri succhi, si disse oppio.

XXV.

Quanto è alle specie di terra, quella che distilla per acqua, diviene cosí corpo petroso. L’acqua mista a essa terra, se picchiata è nella sua mischianza, trapassa in aria; e, aria fatta, ricorre su al suo luogo. Ma, non essendoci vuoto, ella preme l’aria che è da presso; la quale, siccome grave, premuta e stesa attorno alla massa della terra, costringe questa fortemente e nelle sedi la caccia di dove si levò su l’aria novella. E la terra, premuta dall’aria sí che scioglier non la possa acqua, fassi pi