Teatro Historico di Velletri/Libro I/Capitolo X

Libro I - Ville d'Antichi Romani

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Ville d'Antichi Romani.
Cap. X.


Che nel territorio di Velletri sieno ne' passati secoli state molte delitiose Ville d'Antichi Romani, è da credersi per la bellezza del Sito, per la soavità dell'Aria, per la vaghezza della vista, e per la fecondità della Terra, oltre alla vicinanza di Roma; onde hebbe raggione Iodoco Hondio1 di chiamar Velletri Venustissimi Situs; Georgio Bruino2 di dire Velitræ Scriptorum monumento celebres iucundissimo oculorum intuitu conspici possunt; et il Merula3, che più espressamente l'autentica, dicendo, Antiqua Civitas in Tumulo Velitræ Oppidum vetustissimum Volscorum, venustissimi Situs, iucundissimi Prospectus, Mœnibus undiquè cinctum, etc. Ager fructuum omnis generis, nunc etiam ferax est, ut olim propter Urbis Romæ vicinitatem Villis, et Hortiis Nobilium expolitus; e lo conferma ancora il Campognano, che così dice di Velletri, Hà buonissimo Territorio, e già fù pieno d'Horti, e di Palazzi per la vicinanza, che tiene con Roma.

Fra l'altre delitiose Ville v'è stata quella di Tarquinio Superbo, non sò se avanti, o doppo, che Sesto Tarquinio suo figlio commise quella dishonesta violenza con Lucretia, onde egli, et il Padre Rè, con tutta la Fameglia furono scacciati da Roma. Era situata nella contrada detta Carrara accennata di sopra, vicino al Tempio di Diana, e per l'antiche memorie, che si ritrovano alla giornata apertamente si conosce, che fosse bella. Vi fù ritrovata una Statua del detto Tarquinio Rè, qual hebbe l'Eminentiss. Scipione Borghese4, et hora si conserva (per quanto intendo) trà le preggiate Antichità, ch'egli lasciat'habbia. E posseduto questo luogo dalla Fameglia Petrimarchi.

Ottone Imperatore5 haveva la sua Villa vicino alla strada Romana, lontana un miglio dalla Città, e per ancora conserva il nome Colle Ottone6, e vi si vedono rovine [p. 97 modifica]bellissime di Palazzo, con Archi, e pavimento à mosaico, che rappresentano à chi le contempla la magnificenza del luogo. In questa Villa il misero Imperatore havendosi data per se stesso la morte con due pugnali, comandò esser sepolto, così registra Tranquillo, Celeriter apud Veliternam (ita præceperat) funeratus7. E Giovanni Cuspiniano8 descrivendo il modo, ch'egli tenne in darsi la morte, dice, Divisit pecuniam deindè domesticis, et cum duos Pugiones arripuisset, explorata utriusq. acie, alterum pulvino subdidit, quo post somnum se uno ictu infra lævam mammillam interfecit trigesimo octavo ætatis Anno, nonagesima quinta Imperii die apud Veliterna vulneratus. Questo luogo è di bellissimo sito, et al presente è posseduto dalla Fameglia Toruzzi9 Padroni di Torricchiola.

Non molto distante, in positura uguale, vi stà una proprietà del nostro Conv. di S. Francesco, detta Coscone, e vi si vedono ne' siti intorno molte rovine. In questo luogo vogliono alcuni, che vi stasse la Villa de' Cosconi Romani, che se bene questa Fameglia10 era delle Plebee, nulladimeno era delle principali, come si puo argomentare da gl'officij, e gradi havuti nel governo della Repubblica, perche sono stati Pretori, Questori, Tribuni della plebe, Edili , e Tribuni militari, trà quali assieme con Marco Menio, vi fù Marco Cosconio, che morì in Benevento nella Guerra contro Cartaginesi, dice Livio.

Ottaviano Cesare, ò per dir meglio la Fameglia Ottavia, haveva la sua Villa, della quale s'è detto di sopra, e vi sono vestigi belli d'antichità, e non cosi bassi, et humili, che faccino avverare quello, che dice Svetonio, che la chiama luogo piccolo à guisa di conserva di vettovaglie, con queste parole, Locus permodicus, et Cellæ penuariæ instar. Conserva per ancora il nome, benche corrotto, di santo Cesale, che rappresenta, come per un'ombra, l'antico splendore, tanto per l'amenità del sito, quanto per le fabriche rovinate, che vi si vedono. E posseduta al presente dalla Fameglia Prosperi, e vi si trovano alla giornata bellissime medaglie dell'istesso nostro Ottaviano.

Tiberio Imperatore, ancora egli haveva la sua Villa distante alquante miglia da Velletri, e con nome corrotto hora [p. 98 modifica]si chiama Tivera, luogo de' Signori Caetani. In questo sito vi era un piccolo Castello, nelle cui rovine, doppo che fù demolito, furono ritrovati li Corpi delli gloriosi, e Santi Martiri Pontiano Papa, et Eleuterio Vescovo, de' quali fa mentione il nostro Mancinello11, dicendo Apud Tiberiæ Oppidulum, etc12.

Anco Nerva Imperator di poco tempo, che come Dione Cassio riferisce, non visse più d'un Anno, quattro Mesi, e nove giorni, hebbe la sua Villa nel territorio Veliterno, e sin hora conserva il nome di Colle di Nerva13, e le rovine dimostrano, che fosse una delle belle Ville di quelli tempi, et il sito al presente è posseduto da Monsig. Domenico Laurentij Vicario Lateranense, Cittadino Velletrano.

Anche Caio Caligola uno delli dodeci Cesari hebbe in Velletri una Villa delitiosa, nella quale, fra l'altre cose memorande vi stava quel maraviglioso Platano celebrato da Plinio, che per la sua grandezza, larghezza, e dispositione di rami, serviva in un'istesso tempo per Padiglione, per Tavola, ò Mensa, e per scanni da sedere in un Convito à quindici persone, oltre alla commodità di credenza, che n'haveva il Ministro, à cui era data la cura di provedere; per lo che dall'istesso Imperatore fù chiamato per un'ischerzo, Nido d'uccelli, ecco le sue parole, Aliud Exemplum Caii Principis, in Veliterno Rure mirati unius tabulata, laxisq. ramorum trabibus scamna patula, et in ea epulati, cum ipse pars esset umbræ, quindecim Convivarum, ac misterii capaca Triclinio, quam Cœnam appellavit ille Nidum.

Caio Mario Arpinate, benche havesse una Villa vicino à Bauco (mi persuado sia Boville) chiamata al presente Casa Mara; et un'altra vicino ad Algido, hora chiamata Marino; nulladimeno haveva un'altra Proprietà vicino à Velletri, hoggi detta Piazza Mara, cioè Platea Marii14, dove si trovano bellissime Antichità di Statue, Colonne, et altri Frammenti, et in particolare l'Anno passato vi furono ritrovate molte belle Statue, cioè una di Bacco assettato sopra d'un Utre, con il Tirso alla destra, et un Lucertone alla sinistra; la statua di Leda in piede con Giove convertito in Cigno nel seno; un'altra d'Esculapio, un'altra con [p. 99 modifica]sembianza di Donna, che tiene nel braccio destro un Serpe, che beve in una tazza sostenuta con la man sinistra; e le tre Gratie abbracciate insieme.

Giugliano, Castello de' Signori Salviati, si tiene che fosse Villa di Giulio Cesare Dittatore. Il luogo, dove (come se dirà) fù ritrovata la Cassa di Giulia, stimasi fosse Villa dell'istessa. Un sito vicino il Conv. de' PP. Agostiniani col titolo di S. Maria dell'Horto, posseduto dalle fameglie Barsi, e Bellonzi per li belli Edificij antichi, che vi sono, si giudica Villa di qualche Nobile Romano; similmente molt'altri vestigi, che in diversi luoghi del nostro Territorio si scorgono, e molte fabriche rovinose, et Archi sotterranei, quali alla giornata si scuoprono, porgono materia di credere, che fossero Ville, e delitie di Prencipi, et Imperatori Romani; ma perche hanno perduto il nome, et altra memoria non se ne trova, bisogna contentarsi del poco, e credere quello, che n'hanno sentito il Merula, er altri sopra citati Autori.

Note

  1. Joost de Hondt (1563-1612), geografo e cartografo olandese, autore di una Novae Italiae Delineatio a cui probabilmente si riferisce il Teoli.
  2. George Braun (? - 1622), arcidiacono di Dortmund ed autore dell'opera Civitates orbis terrarum, in aes incisse et excusce, et descriptione topographica, morali, politica, illustrate in VI volumi, al cui III libro si riferisce il Teoli.
  3. Paolo Merula (1558 - 1607), nome latinizzato di Paul van Merle, fu un geografo e viaggiatore fiammingo, autore tra le altre opere di una Cosmographiae generalis libri tres, item Geographiae particularis libri IV, al cui libro 2 si riferisce il Teoli.
  4. Il celebre cardinale, nipote di papa Paolo V, collezionista d'arte, i cui tesori sono ora raccolti e visibili nell'altrettanto celebre Galleria Borghese a Roma.
  5. L'imperatore Otone (32 - 69), morto in realtà, contrariamente a quanto afferma il Teoli, nell'antica Brixellum, ovvero l'odierna Brescello, in provincia di Reggio Emilia.
  6. Lungo l'attuale via Appia Vecchia (SS 7), tra Velletri e Lanuvio.
  7. In realtà questa è una versione della Vita dei Dodici Cesari di Caio Svetonio Tranquillo non unanimamente accettata (celeriter apud Veliternam (ita præceperat) funeratus), come quella curata dall'umanista Giovanni Battista Egnazio del 1519. Ne sia riprova il fatto che nella versione più comunemente accettata dell'opera non si fa riferimento alcuno a questo passo, che ne risulta emendato (et celeriter (nam ita præceperat) funeratus).
  8. Johannes Cuspinian (1473 - 1529), uomo politico ed erudito austriaco al servizio dell'Imperatore Carlo V, fu autore di una storia degli imperatori romani dal titolo De Caesaribus pubblicata nel 1540, in cui abbraccia la tesi di Velletri come luogo di morte di Otone imperatore.
  9. Antica famiglia patrizia di Velletri, a cui apparteneva Palazzo Toruzzi ancora visibile nella cittadina veliterna lungo Corso della Repubblica.
  10. La Gens Cosconia, come attesta giustamente lo stesso Autore, era di origine plebea, e nessuno dei suoi membri assurse mai alla carica del consolato. Il primo appartenente a questa famiglia è stato il pretore M. Cosconio che prestò servizio durante la Seconda Guerra Punica. Un Cosconio scrittore di epigrammi viene menzionato da Marziale in due suoi epigrammi. Un Gaio Cosconio, con la carica di pretore, si distinse nell'89 a.C. per aver condotto una spedizione romana contro il ribelle Mario Egnazio durante la cosiddetta guerra sociale, scatenata dai popoli italici contro Roma che continuava a negare loro il diritto di godere della cittadinanza romana.
  11. Antonio Mancinelli (1452 - 1505), letterato veliterno, autore di numerose opere di carattere filologico ed eclettico, molte delle quali conservate presso la Biblioteca Comunale di Velletri.
  12. La comunità cittadina di Tiberia esisteva nel Medioevo, nel territorio dell'attuale comune di Cisterna di Latina, e nei suoi pressi si trovava un monastero benedettino fondato nell'VIII secolo, in cui era conservato il corpo di Sant'Eleuterio da Costantinopoli, ivi tradotto per essere salvato dall'ondata d'iconoclastia scoppiata nell'Impero Bizantino. Insieme al corpo di Sant'Eleuterio erano sepolti nello stesso monastero i corpi di Sant'Anastasio e di San Ponziano Papa e vi restarono conservati fino al XII secolo.
  13. L'attuale contrada veliterna di Colle Nerva.
  14. L'attuale contrada veliterna chiamata Piazza di Mario.