Supplemento alla Storia d'Italia/LXI
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Dal Quar. Generale di Milano il dì 26 vendemmiale anno 5
(17 Ottobre 1796)
LXI - Al Direttorio esecutivo.
Bologna, Modena, Reggio, e Ferrara si sono riunite in congresso, inviando a Modena un centinajo di deputati: l’entusiasmo il più vivo, e l’amor di patria il più sincero gl’incoraggisce; già vedono rivivere l’antica Italia: sì accende la loro immaginazione, il loro patriottismo si eccita, ed i cittadini di ogni classe si affollano. Non sarei sorpreso che questo paese, e la Lombardia, che formano una popolazione fra’ due e i tre milioni di uomini, non producessero veramente una grande scossa in tutta Italia. La rivoluzione non ha qui il medesimo carattere che ha avuto presso di noi; già perchè ella non ha da superare i medesimi ostacoli, poi perchè l’esperienza ha illuminato gli abitanti; siamo più che sicuri almeno che il fanatismo non ci arrecherà danno in questo paese, e che Roma avrà un bel dichiarare una guerra di Religione: essa non farà alcuno effetto in questo paese conquistato. Una legione di duemila 500 uomini si riunisce montata, soldata, ed equipaggiata a spese proprie, e senza che noi c’intromettiamo. Ecco un principio di forza militare, che riunita ai tremila 500 che fornisce la Lombardia, forma presso a poco 6000 uomini. E’ evidentissimo che se queste truppe composte di giovani, amanti della libertà, cominciano a segnalarsi, ciò avrà per l’Imperatore, e per l’Italia delle importanti conseguenze. Vi manderò per il prossimo ordinario gli atti, e i manifesti pubblicati in quest’occasione dal Congresso. Aspetto con impazienza le truppe che mi annunziate. Ho fatto intimare a Wurmser la resa di Mantova; troverete qui unito l’intimazione; non ho giudicato opportuno servirmi del decreto che mi avete mandato, poichè me ne lasciavate l’arbitrio; dalla risposta che avrò, vedrò il tono che prende. Il corriere che mi avete ordinato di spedire a Vienna è partito da lungo tempo, deve esser giunto a quest’ora, e ne attendo la risposta. Al momento in cui saprò ben positivamente che glì’Inglesi hanno passato lo stretto, e che note mi saranno le vostre intenzioni sopra di Napoli, e a qual punto sono le vostre negoziazioni, prenderò con Roma il tono che conviene. Spero che obbligherò questi scaltri a restituire il danaro che mandavano per la contribuzione, e che hanno fatto ritornare da Ravenna a Roma.